Farmacie nuove

Nuove Farmacie figlie di un dio minore
Nuove farmacie Ad Albisola e a Celle Ligure,
rispettivamente nelle zone di Grana e dei Piani….

 Aree sicuramente non centrali.

Rimango ovviamente perplesso perchè comunque chi dovesse vincere il concorso per l’assegnazione, una volta  conseguita la titolarità (che in questo caso non è cedibile!!!) dovrebbe investire soldi di sua tasca per affitto locali e assortimento scorte e mi chiedo veramente quanto possa valere la pena investire 100-200 mila euro in posti dove ormai in estate c’è un calo del turismo e in inverno è semideserto.

A queste condizioni sarebbe ben difficile di rifornirsi di  un ampia gamma di farmaci perchè potrebbero poi scadere, sarebbe sconveniente anche avere un laboratorio per la preparazione di medicinali galenici e magistrali.

Le nuove farmacie in questo modo non disturberanno quelle che già ci sono, che sono situate in località frequentatissime dove l’ampio giro d’affari permette l’immediata disponibilità di una moltitudine di farmaci e parafarmaci, in questo modo i prezzi al pubblico non diminuiranno perchè continuerà a non esserci concorrenza e i cittadini che si recheranno nelle nuove farmacie non avranno comunque la disponibilità immediata delle medicine di cui hanno bisogno a parte le più comuni.

(Oltretutto per quanto riguarda la sede di Celle Ligure resta da chiarire se nel periodo estivo ai piani resterebbe aperta anche la succursale della farmacia già presente nel centro storico. )

Ecco come una liberalizzazione viene trasformata in farsa, come solito avviene nel nostro paese.

Si sarebbe dovuto lasciare al farmacista imprenditore la possibilità di scegliere dove aprire, pur mantenendo la distanza di legge (200 metri) tra una farmacia e l’altra, direzione in cui molto chiaramente voleva andare il governo quando varava il decreto cresci Italia (addirittura verso un abolizione della pianta organica). Sono certo che sia ben difficile pensare che intendessero far crescere il paese aprendo nuove farmacie nelle aree poco appetibili e fino ad ora lasciate vuote.

Capisco che i comuni cerchino di venire incontro alle esigenze dei cittadini (o dei farmacisti che già ci sono?!), ma devono considerare che queste nuove sedi devono anche essere appetibili dal punto di vista commerciale, per poter esistere.

Oltretutto faccio notare che fino a poco tempo fa i comuni non si facevano tutti questi problemi sulla copertura delle zone abitate, vendevano le farmacie comunali e consentivano lo schieramento massiccio di farmacie nei centri storici (vedi ad esempio Varazze dove forse fra due farmacie non ci sono neppure i 200 metri previsti per legge).

Non ci resta che confidare che le regioni possano rifiutare questi vincoli dei comuni alla crescita del paese, altrimenti ai cittadini e ai farmacisti idonei alla titolarità di una sede e ai cittadini non resta tristemente altro che sperare che il prossimo governo eletto dal voto di protesta sblocchi ancora una volta, la situazione, anche se probabilmente in maniera sommaria.

Dott. Paolo Torrielli

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