Area di crisi complessa Tante promesse dalla politica ed i sindacati chiudono un occhio Finalmente mercoledì 28 marzo è stato firmato a Roma, l’accordo di programma per gli interventi di rilancio economico, delle aree di crisi complessa della provincia di Savona. Rispetto alle iniziative, annunciate per giovedì 22 febbraio, ma poi disdette all’ultimo minuto, a cui avrebbe dovuto presenziare il Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda culminanti in un incontro per la presentazione dei candidati alle elezioni del PD, la cerimonia romana ha avuto un tono minore, avendo presenziato il solo Viceministro per lo sviluppo economico on. Teresa Bellanova (PD – ex CGIL), oltre ai rappresentanti di regione e provincia. Probabilmente la fuga in avanti del Presidente della Provincia Monica Giuliano (PD)… |
aspramente criticata dall’ Assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi (Lega di Salvini), avrebbe dato l’impressione che i meriti per l’ottenimento delle misure di rilancio economico sarebbero stati tutti del PD, rappresentato dal governo, dalla provincia e dai parlamentari on. Anna Giacobbe (PD – ex CGIL) e on. Franco Vazio (PD – ex PSI), mettendo in secondo piano la Regione a guida centro destra, che ha assicurato, tra l’altro, lo stanziamento di cospicui fondi. Si è dovuto quindi trovare una mediazione per una sede più istituzionale a cui partecipassero tutti gli attori. L’on. Anna Giacobbe, esprime la sua opinione in una dichiarazione rilasciata ad IVG il 28 febbraio “L’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riconversione e riqualificazione industriale del savonese è stato firmato. A Roma c’erano i nostri sindaci Monica Giuliano e Alberto Ferrando, che rappresentano la Provincia di Savona e tutti noi, la Regione e il Governo. Anche questo passaggio è stato fatto, il cammino dell’area di crisi procede spedito”. Rixi – Bellanova – Giuliano – Ferrando – Giacobbe – Vazio Anche l’assessore regionale Rixi esprime piena soddisfazione “Ora il prossimo passo è la pubblicazione del bando: auspicabile una partecipazione maggiore rispetto all’inizio in settori diversi, dal turismo al manifatturiero” ed aggiunge ancora “le manifestazioni di interesse giunte attraverso la “call” sono servite esclusivamente a dare un’indicazione sui potenziali investitori e sugli eventuali progetti di insediamento e riconversione. Ora si entra nel vivo: anche chi ha risposto alla call dovrà comunque presentare un progetto partecipando al prossimo bando. Ci aspettiamo, inoltre, che vengano presentati progetti che non sono stati inviati nella call, per esempio nel settore turistico, oltre che in quello industriale, manifatturiero commerciale e logistico” (La Stampa 1 marzo 2018) Il cammino procede spedito, ma i passi da fare sembrerebbero ancora molti, in quanto la fase esecutiva con la presentazione dei progetti richiederà almeno 36 mesi, come aveva già dichiarato in precedenza la Presidente della provincia Giuliano. Da notare che l’assessore Rixi sottolinea più volte il fatto che i progetti debbano anche interessare il settore turistico, evidentemente gli interessi della Lega, vista anche la provenienza a ponente di molti dei suoi esponenti di spicco, sono maggiormente polarizzati sul settore del turismo. Il Presidente della Provincia di Savona, Monica Giuliano in veste anche di Sindaco di Vado Ligure, assieme agli altri vari esponenti del PD sembrerebbero invece più propensi a portare avanti le istanze nei settori industriale, manifatturiero commerciale e logistico. Speriamo che almeno queste misure, tra una “litigata” e l’altra dei vari politici per assicurare qualche soldo ai settori economici che rappresentano, servano a rallentare e ad arrestare la crisi, prima che ne sopravvenga un’altra. Secondo quanto riportato da SavonaNews, nella nota esplicativa all’Accordo di Programma figurerebbero il Ministero dello sviluppo economico, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione Liguria, la Provincia di Savona, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Porti di Savona e Vado Ligure, Invitalia. Giulia Stella (CGIL) – Emanuele Guastavino (UIL) – Claudio Bosio (CISL) Tra i firmatari di questo accordo mancherebbero però, in rappresentanza dei lavoratori, i tranquilli sindacati savonesi, che tanto si erano spesi per l’ottenimento di queste misure anti crisi. Chi vigilerà affinché questi incentivi economici si traducano effettivamente in posti di lavoro qualificati e produttivi e non nelle solite mance distribuite a destra ed a manca per soddisfare appetiti e clientelismi vari? Auguriamoci che per i nostri tranquilli sindacati, il fare sistema, non equivalga solo a mantenere un basso profilo fidandosi ciecamente dei politici amici, nella speranza, che una volta finito il proprio mandato, una poltrona magari la si riesca a racimolare. Un po’ tutti i vari soggetti coinvolti nella procedura per l’ottenimento dei sussidi per l’area di crisi complessa, sono concordi nel sostenere che sia necessario un miglioramento delle infrastrutture della provincia di Savona. Per il direttore dell’Unione Industriali di Savona, Alessandro Berta “quello che può convincere le imprese a rimanere su un territorio è la competitività complessiva di quel territorio di cui i finanziamenti sono una parte ma la prima questione riguarda le infrastrutture. Se non ci fosse stata la piattaforma APM a Vado parte di queste manifestazioni di interesse non ci sarebbero state, sono in molte collegate al fatto di avere vicino ad un posto dove le merci arriveranno e partiranno.” (SavonaNews 20 febbraio 2018) Anche il candidato all’uninominale del PD Gianluigi Granero, presidente regionale di Legacoop Liguria, nei suoi interventi per la campagna elettorale, pone l’attenzione sul fatto che il savonese abbia bisogno di infrastrutture e sul fatto che il mondo della cooperazione sia poco rappresentato. Granero sostiene che, nel caso in cui risultasse eletto, sarebbe l’unico cooperante di prima fascia presente nel parlamento e nel caso migliore i cooperanti sarebbero solo due, per cui, secondo Granero, ci sarebbero ragioni di tipo politico per dare forza alla sua candidatura. A proposito di infrastrutture e mobilità da notare la proposta di Granero di “ripristinare la partenza del mattino del treno diretto da Savona a Roma per consentire alle persone di arrivare nella capitale per le 10.00” sicuramente una proposta più di sinistra e popolare dell’aereo in partenza da Villanova d’Albenga, per assicurare l’arrivo a Roma dell’ex ministro Claudio Scajola (Forza Italia). Auguriamoci che la proposta possa in ogni caso trovare accoglienza e forse per migliorare la mobilita ligure, sarebbe auspicabile una partenza da Ventimiglia. I fondi per l’area di crisi complessa, potrebbero quindi costituire un piatto appetitoso per tutte quelle cooperative in affanno per la crisi economica, che potrebbero avere necessità di fare investimenti per tentare di uscire dalla crisi. Avere in parlamento un esponente della cooperazione potrebbe essere un’opportunità, visti i molti interessi che ruotano, in generale, attorno al mondo delle cooperative. Interessante questo articolo della Gazzetta di Reggio sugli intrecci politico, sindacali, affaristici che riguardano il mondo cooperativistico in crisi. (LEGGI) A tremare per la discesa in campo di due esponenti del padronato cooperativo dovrebbero essere i lavoratori, visto il precedente del Presidente Nazionale della LegaCoop, Giuliano Poletti, diventato Ministro del lavoro e delle politiche sociali nei governi presieduti da Matteo Renzi e da Paolo Gentiloni. Con le misure introdotte in questi ultimi anni dal ministro Poletti, prima tra tutte il Job Act, il livello di precarietà nel mondo del lavoro ha raggiuto i livelli da record, tornando indietro con i diritti, fino a prima degli anni 70 del 900. Il Sole 24 Ore del 9 gennaio 2018 fa notare che pur avendosi registrato a novembre 2017 il più alto numero di occupati degli ultimi 40 anni, “a guastare i numeri, però, ci sono due trend che riguardano più la qualità che la quantità dell’occupazione: la crescita di lavoratori dipendenti è dettata quasi esclusivamente da contratti a termine (pari a 450mila sui 497mila registrati tra novembre 2016 e 2017), mentre il tipo di figura richiesta rientra soprattutto in settori a basso grado di qualifiche.” Con il paese in perenne campagna elettorale, ed i politici sempre in affanno per accaparrarsi una poltrona, dei lavoratori ci si ricorda solo per qualche evanescente promessa elettorale, a seguire poi le mazzate con Job Act e quant’altro. Anche i tranquilli sindacati savonesi, distratti dal clima elettorale “dimenticandosi” di sottoscrivere l’accordo di programma sull’area di crisi complessa non avrebbero reso un gran servizio ai lavoratori che dovrebbero rappresentare.
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