Spazio per i candidati

Pippotto Lepore, il don Chisciotte savonese
 Cari Amici,
Sì, sono uno che la parola “Amici” la scrive sempre con la “A” maiuscola. Cerco sempre di dare il massimo ai miei interlocutori. Chissà, forse, sono un illuso che crede ancora che, a volte, bisogna impegnarsi anche nelle battaglie contro i mulini a vento per costruire un futuro migliore.

 Da tempo l’Italia è paralizzata da uno scontro senza limiti che mortifica chi lavora duramente ogni giorno. Savona, la nostra città, è pressoché immobile e poco incline a qualsiasi cambiamento. Comprendo la diffusa depressione fra la gente, ma è venuto il momento di reagire. Se ognuno di noi nel suo piccolo si impegna a fare qualcosa le cose miglioreranno, di certo, per tutti. Non ho alcuna ricetta magica in tasca, lo dico subito, ma esperienza, tenacia e buon senso non mi mancano.

 Dopo anni di militanza in Forza Italia e nel Popolo della libertà ho scelto di fare parte di Futuro e Libertà. Le ragioni sono semplici e non di mera convenienza personale. Chi mi conosce sa che sono un cattolico, che si è sempre ritrovato in espressioni del centro-destra moderato. Il mio compianto papà mi ha insegnato che i politici nazionali dovrebbero sempre dare esempi positivi al Paese. Lui aveva negli occhi la figura di Alcide De Gasperi. Ed invece, da un paio di anni a questa parte, non è così. I giornali sono pieni di pagine che se prima suscitavano incredulità ed ilarità adesso provocano solo rabbia. Quando certi leader ultrasettantenni si attaccano al “careghino” è tempo di far capire loro che la pensione se la sono sicuramente meritati. Ecco, in sintesi, la ragione del mio approdo in Futuro e Libertà.

 La mia riflessione si rivolge necessariamente anche alla nostra città, dove da decenni sono sempre gli stessi circoli ad avere il potere in mano. Mi sono sempre chiesto come era possibile che un partito di grande esperienza nazionale come Forza Italia presentasse nei momenti topici della vita cittadina candidati così deboli, spesso imposti da diktat esterni a Savona. La mancata alternanza di gente nuova al Comune è indubbiamente una delle ragioni del presente grigiore. La lettura del libro di inchiesta “Il partito del cemento”, scritto da due ottimi giornalisti liguri, Marco Preve e Ferruccio Sansa ha confermato le mille voci che si sono rincorse per anni. La nostra amata regione è stata vittima di un patto di spartizione fra potentati economici infiltratisi nella politica ed accordatisi coi due partiti politici maggiori. Ecco, quindi, perché adesso si può affermare con certezza che il PDL ed il PD sono “facce di un’unica medaglia”.

 Non capisco come sia possibile che una città importante come Savona debba sottostare a scelte fatte, che so, ad Imperia, tanto per fare un esempio a caso. Che ne sanno ad Imperia degli asili savonesi che scoppiano, dei ricoveri per anziani che mancano, delle scarse opportunità offerte ai giovani, dei problemi irrisolti dell’urbanistica cittadina, delle case popolari quasi dimenticate nel piano di sviluppo cittadino? Per anni, e chi mi conosce lo sa, mi sono battuto in Circoscrizione al Santuario per aiutare chiunque, anche chi non mi ha votato, a risolvere i piccoli problemi di convivenza civile. E’ questo che la gente chiede a chi si impegna per ricoprire ben determinate responsabilità.

 Adesso non è mia intenzione fare qui in questo mio primo post un “pistolotto alla Travaglio” o “un predicozzo alla Ferrara”. Dico soltanto a chi mi legge che sono pronto ad ascoltare e a confrontarmi con Voi. Potete lasciare commenti qui o contattarmi ai miei indirizzi elettorali.

Giuseppe Lepore, per gli amici “Pippotto”.

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