
Il cantiere infinito di via Sabazia, a Vado Ligure, continua a essere una ferita aperta per residenti e commercianti. I lavori per la soppressione del passaggio a livello — partiti da oltre due anni — hanno modificato profondamente la viabilità e la quotidianità di un intero quartiere, tra deviazioni, polvere, rumori e una sensazione generale di abbandono.
Per mesi, il silenzio del sindaco Fabio Gilardi su questa vicenda aveva fatto pensare che il tema non rientrasse tra le priorità dell’amministrazione. Poi, all’improvviso, la reazione.
La scintilla: l’assemblea di Vivere Vado
Il 24 ottobre, l’associazione Vivere Vado ha organizzato un incontro pubblico dedicato proprio alla “Soppressione del passaggio a livello di via Sabazia”. L’iniziativa, molto partecipata, ha dato voce ai cittadini e agli esercenti esasperati dai ritardi e dai disagi.
Evidentemente, l’eco dell’incontro ha toccato i piani alti del Comune.
Poche ore dopo la convocazione dell’assemblea, infatti, il sindaco Gilardi ha diffuso un comunicato stampa — ripreso da diverse testate locali — nel quale ha illustrato lo stato dei lavori, i prossimi passi e gli obiettivi dell’intervento.
Il comunicato del sindaco
Nel comunicato ufficiale, Gilardi annuncia che “proseguono le attività di realizzazione del nuovo sottopasso ciclopedonale di via Italia, che sarà aperto nei primi mesi del 2026”.
L’opera, spiega il testo, “consentirà il collegamento tra via Sabazia e via Maestri del Lavoro” e rientra “nel programma di ammodernamento infrastrutturale promosso da Rete Ferroviaria Italiana e finanziato con fondi PNRR per un investimento complessivo di circa 13 milioni di euro”.
Il sindaco sottolinea anche che “le tecnologie all’avanguardia, come il sistema Verona, hanno permesso di minimizzare l’impatto sul traffico ferroviario”, e annuncia che “nei prossimi mesi verrà posata la condotta fognaria e completato il sottopasso ciclopedonale”.
Insomma: una fotografia ottimistica e molto tecnica dell’intervento, con la promessa — l’ennesima — di un completamento entro il 2026.
La replica: “Una mistificazione dei fatti”
Ma la risposta di Vivere Vado non si è fatta attendere.
In un comunicato dal tono fermo e ironico, l’associazione scrive:
“Ci fa piacere poter dettare l’agenda al nostro Sindaco: la sua attenzione nei nostri confronti è sempre molto alta e dimostra che non sottovaluta alcuna nostra iniziativa.”
E poi l’affondo:
“Ci vuole davvero una gran faccia tosta per un primo cittadino sostenere una evidente, e dimostrabile, mistificazione dei fatti, così come è stato fatto nel comunicato, con maestria capace di ingannare chi non ha tempo per una lettura approfondita. Evidentemente è proprio questa la consegna del Sindaco all’Ufficio stampa: scrivete che l’opera è utile alla città.”
Tra realtà e narrazione
I cittadini di via Sabazia, nel frattempo, continuano a convivere con i disagi: negozi penalizzati, passaggi pedonali difficili, rumore costante e tempi che si allungano.
Il sindaco annuncia orizzonti 2026, ma i vadési ricordano che il cantiere è già aperto da quasi due anni e che i lavori vanno a rilento.
Vivere Vado, da parte sua, rivendica il ruolo di stimolo civico: “Se serve una nostra assemblea per ottenere un comunicato del sindaco, allora continueremo a convocarne una a settimana.”
E forse non è un’idea sbagliata: in una città dove la comunicazione istituzionale sembra risvegliarsi solo di fronte alla pressione popolare, la partecipazione resta l’unico modo per ricordare che, dietro ogni cantiere, ci sono persone, famiglie e attività che non possono aspettare il 2026 per tornare a vivere normalmente.





