TPL, un “piano industriale” che sa di ridimensionamento: meno corse, più costi e un silenzio assordante dal Comune e dalla provincia

Taglio delle corse, aumento dei biglietti, esternalizzazioni, riduzione dei chilometri percorsi e corse a chiamata dopo le 21. È questo il capolavoro del nuovo piano industriale di TPL. Un progetto che, più che rilanciare il trasporto pubblico locale, sembra studiato per ridurlo ai minimi termini. Nemmeno un liceale con poca esperienza di economia avrebbe potuto fare di peggio.

Eppure, il sindaco Marco Russo e il presidente della provincia Olivieri non solo tacciono, ma si dicono addirittura soddisfatti di questo scempio, lasciando sbigottiti cittadini e lavoratori.

Il piano industriale è stato contestato duramente nel corso dell’incontro di ieri tra l’azienda e i sindacati. Un confronto lungo, acceso e tesissimo, in cui le organizzazioni dei lavoratori hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni. Il rischio, infatti, non è solo quello di peggiorare il servizio per gli utenti, ma anche di colpire pesantemente i dipendenti, tra tagli, precarizzazioni e condizioni di lavoro sempre più difficili.

Secondo i sindacati, il piano proposto da TPL è un colpo di scure su un settore già in difficoltà, che invece di essere potenziato viene progressivamente svuotato. La decisione di esternalizzare alcune attività, poi, solleva molte perplessità: il rischio è quello di favorire soggetti privati a discapito della qualità del servizio e della sicurezza dei lavoratori.

Uno degli aspetti più assurdi del nuovo piano è l’aumento del costo dei biglietti a fronte di un servizio ridotto. In pratica, si chiede ai cittadini di pagare di più per avere meno. Una strategia che sembra fatta apposta per spingere gli utenti a rinunciare al trasporto pubblico, aggravando il problema della mobilità e dell’inquinamento urbano.

E se di giorno il servizio sarà ridotto, la situazione peggiorerà ulteriormente dopo le 21, quando le corse saranno disponibili solo a chiamata. Un’idea che suona quasi come uno scherzo di cattivo gusto per chi lavora su turni, per i giovani che rientrano la sera o per chi semplicemente non ha alternative all’uso dei mezzi pubblici.

Di fronte a questo scenario disastroso, l’amministrazione comunale di Savona e la provincia si limitano ad avvallare il piano. Il sindaco Russo e il presidente della provincia Olivieri, invece di battersi per difendere il diritto dei cittadini a un trasporto pubblico efficiente, si limitano a dichiararsi “soddisfatti” del piano.

Possibile che il Comune non abbia nulla da dire su un piano che penalizza lavoratori e utenti? Possibile che chi annuncia continuamente  di voler rilanciare il servizio pubblico accetti senza battere ciglio un ridimensionamento così evidente?

C’è il timore è che dietro il progressivo smantellamento del servizio ci sia la volontà di favorire soggetti privati, con la scusa dell’inefficienza del sistema attuale.

E mentre il duo Russo-Olivieri resta in silenzio, i cittadini e i lavoratori di TPL pagano il prezzo di decisioni scellerate.

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