Ha letto il piano industriale prima di firmarlo? Questa è la domanda che molti savonesi si stanno facendo dopo le dichiarazioni del sindaco Marco Russo sul piano industriale di TPL. Un dubbio più che legittimo, considerando l’evoluzione (o meglio, il dietrofront) delle sue affermazioni nel giro di pochi giorni.
Il sindaco “soddisfatto”… finché qualcuno non si accorge del disastro
Il 25 gennaio, su La Stampa, Russo dichiarava con orgoglio:
“Siamo molto soddisfatti del lavoro che il CdA sta portando avanti… l’Azienda sta procedendo in modo molto incisivo sulla strada dell’innovazione e dello sviluppo, in dialogo con i molti progetti che il territorio sta portando avanti. Il piano persegue obiettivi importanti che hanno il pieno sostegno dei soci, ora si tratta di gestire i processi e arrivare agli obiettivi.”
Parole che trasmettono un entusiasmo quasi commovente per il nuovo piano industriale di TPL, quello stesso piano che prevede tagli alle corse, aumenti dei biglietti, esternalizzazioni e riduzioni del servizio dopo le 21.
Poi, però, cambia versione. A distanza di pochi giorni, oggi, sulle pagine del Secolo XIX, il sindaco cerca di correggere il tiro:
“Nessuna riduzione delle corse dopo le 21. Abbiamo chiesto a TPL una rimodulazione delle linee, ma nell’ottica di un rafforzamento del servizio pubblico e non di tagli. Il piano industriale di TPL non prevede un taglio. Abbiamo chiesto di ottimizzare le linee ma nell’ottica di un servizio più efficace, senza penalizzare gli utenti.”
Insomma, sembra che nel giro di pochi giorni Russo abbia cambiato idea sul contenuto del piano. O forse, semplicemente, qualcuno gli ha fatto notare che i cittadini non erano affatto entusiasti delle sue dichiarazioni precedenti.
A questo punto, la domanda è inevitabile: cosa prevede davvero questo piano industriale di TPL? Se da un lato Russo parlava di “obiettivi importanti” e di “sviluppo”, dall’altro ora sembra voler rassicurare i cittadini che non ci saranno riduzioni del servizio. Ma allora, perché nel piano sono stati previsti tagli ai chilometri percorsi, la sostituzione delle corse serali con il servizio a chiamata e un aumento dei prezzi dei biglietti?
E soprattutto, se il piano non prevede tagli, perché i sindacati lo stanno contestando con forza?
La realtà: meno servizio, più costi per i cittadini
La verità è che il piano industriale di TPL non è affatto un passo avanti per il trasporto pubblico savonese. Anzi, rappresenta un ulteriore ridimensionamento di un servizio già in difficoltà.
• Taglio delle corse serali: anche se non lo si vuole chiamare così, la sostituzione con il servizio a chiamata è una riduzione del servizio, che penalizzerà chi lavora su turni, gli studenti e chiunque abbia necessità di muoversi in tarda serata.
• Meno chilometri percorsi: meno autobus sulle strade significa meno copertura e più difficoltà per gli utenti.
• Aumento dei biglietti: il paradosso di un servizio che costa di più e offre di meno.
Il tentativo di Russo di minimizzare l’impatto del piano industriale appare come un goffo tentativo di arginare le polemiche. Ma il problema resta: un’amministrazione che firma un piano senza valutarne a fondo le conseguenze, per poi correggere il tiro quando scoppia la protesta, non dà certo una grande prova di affidabilità.
Savona avrebbe bisogno di un trasporto pubblico più efficiente, non di strategie comunicative confuse e dichiarazioni contraddittorie. Ma soprattutto, avrebbe bisogno di amministratori che leggano e comprendano i documenti prima di firmarli.