Priamar Beach, sabbia e proclami. Tre anni di annunci e due solo “mi piace”
Maggio 2022: l’estate che doveva rinascere
Tutto comincia nel maggio 2022, quando il sindaco Marco Russo annuncia con entusiasmo che «da luglio si potranno svolgere attività sportive e ricreative che renderanno viva quell’area».
Un proclama da cartolina: l’arenile ai piedi del Priamar, da tempo ridotto a bivacco e discarica improvvisata, sarebbe finalmente rinato. La stampa locale parla di “estate di rilancio”, di “nuova frontiera del turismo urbano”.
L’estate, però, passa invano. Nessuna attività sportiva, nessuna passerella, solo le solite tende e qualche ordinanza tardiva contro il degrado.
Estate 2023: rinasce il verbo del “lungo periodo”
Nel maggio 2023 è l’assessore Francesco Rossello a rilanciare il copione:
«Abbiamo una progettualità a lungo raggio molto importante. L’area sarà trasformata in spiaggia libera attrezzata con campi da beach volley e un presidio costante per tutta l’estate. L’attività partirà nel 2024».
Un lessico ormai familiare: “progettualità”, “visione”, “presidio”. Parole che in politica suonano bene ma, a Savona, di solito non anticipano ruspe, bensì conferenze stampa.
Il 2023 si chiude come l’anno precedente: la spiaggia resta com’è, simbolo perfetto dell’attesa infinita savonese.
Dicembre 2024: l’accordo della speranza
Siamo al 30 dicembre 2024. La Giunta Russo approva finalmente la convenzione con l’Autorità Portuale.
Toni trionfali: “si volta pagina”, “parte il recupero della spiaggia”, “nuova stagione per la città”.
Dopo due anni di annunci, sembra l’inizio del riscatto. Ma ancora una volta il documento resta sulla carta: nessun cantiere, nessuna data, solo l’impegno a “seguire l’iter del project financing”.
Un’altra promessa messa in archivio, in attesa di condizioni favorevoli e bandi da scrivere.
Settembre 2025: addio tende, ma a che prezzo?
Nel frattempo, sotto il Priamar spariscono le tende dei senzatetto e dei bivacchi abusivi. L’operazione è salutata come segno di civiltà, e in effetti il degrado non era più tollerabile.
Ma la domanda che comincia a circolare è un’altra: che ne sarà della spiaggia libera?
Perché dietro la “riqualificazione” si profila l’ennesima zona “attrezzata”, gestita da privati, con servizi e tariffe.
Una riqualificazione che rischia di diventare sostituzione: via i poveri, dentro i bagnanti selezionati. Come dire, pulizia estetica e sociale insieme.
Ottobre 2025: arriva il progetto vincitore
Il 17 ottobre 2025 il Comune annuncia con soddisfazione la scelta del progetto. A vincere è il raggruppamento Avignoni-Guatti (Eco2 Srl), che propone un investimento di 776.000 euro per creare:
- una spiaggia libera attrezzata;
- un’area per i cani;
- campi sportivi utilizzabili tutto l’anno;
- strutture per l’accessibilità ai disabili;
- il mantenimento del circolo nautico.
Un disegno moderno e funzionale, almeno sulla carta.
L’assessore Rossello esulta: «Siamo molto soddisfatti. Oggi compiamo un altro passo fondamentale per riqualificare uno degli arenili più belli della città».
Ma resta il dubbio di fondo: riqualificare per chi?
Perché se la gestione sarà affidata ai privati con logiche di mercato, la spiaggia sotto il Priamar – ultimo lembo di sabbia popolare – rischia di diventare un altro spazio “bello da vedere ma non per tutti”.
Tre anni, tre stagioni estive, tre capitoli della stessa storia savonese: entusiasmo iniziale, rinvii, promesse di “lungo periodo”, e infine un project financing che promette meraviglie.
Una parabola che riassume bene il metodo dell’amministrazione Russo: grande comunicazione, piccoli risultati, tempi geologici.
Il Priamar torna a guardare il mare, ma sotto la fortezza resta un dubbio grande come l’arenile:
Savona avrà davvero una spiaggia pubblica restituita ai cittadini o una nuova concessione privata travestita da rinascita urbana?
E a giudicare dalle reazioni dei savonesi, l’entusiasmo non è travolgente.
Il comunicato del Partito Democratico, pubblicato dal segretario cittadino con il titolo ottimista “Avanti così”, dopo parecchie ore ha raccolto due solo “mi piace”.
Segno che forse i cittadini, davanti ai tanti problemi irrisolti di questa giunta, quel “avanti così” l’hanno letto più come una presa in giro che come un incoraggiamento.

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