«Sono un vecchio militante del PD e non ne posso più». Il grido che il partito finge di non sentire

Ogni tanto arrivano messaggi che meritano di essere ascoltati, anche — e forse soprattutto — quando sono scomodi. Come questo, scritto con amarezza e indignazione da un vecchio militante del Partito Democratico savonese:

«Sono un vecchio militante del PD e vedere tutta questa arroganza, superbia e incapacità amministrativa di questa giunta mi innervosisce e mi stupisce l’inerzia del mio partito. Possibile che il PD taccia davanti a questo scempio? D’accordo che ora è in mano a un gruppo di ragazzotti telecomandati da Arboscello, ma gli esponenti della vecchia guardia, Berruti, Di Tullio, Lugaro… dove sono finiti? Non hanno niente da dire?»

Parole dure, ma non isolate. Anzi, voci sempre più frequenti in una città dove la distanza tra amministrazione e cittadinanza si è allargata a dismisura. L’accusa più pesante? La totale perdita di credibilità istituzionale:

«Anche loro (i vecchi dirigenti del PD) hanno fatto errori, ma almeno si respirava un certo senso delle istituzioni. Le sedute del consiglio comunale erano serie, oggi sono ridotte a una farsa. Consiglieri e assessori che dipendono dalla bocca del sindaco, incapaci di prendere una decisione senza consultarlo prima, anche per cose banali e fuori dal consiglio.»

Uno scenario che racconta una città ostaggio del centralismo del sindaco, con una giunta silente e incerta, e un partito – il PD – che assiste muto alla perdita progressiva di ogni ruolo: quello politico, quello amministrativo, quello morale.

«Il PD, quello vero, se ancora esiste, batta un colpo. È ancora il primo partito in città, eppure ha perso la gestione di tutte le partecipate. Il silenzio è assordante.»

Il grido di questo militante è anche una domanda, rivolta a chi ha fatto della partecipazione democratica il cuore della propria storia: il PD savonese ha ancora qualcosa da dire? Oppure è diventato definitivamente una filiale senza autonomia, dove si obbedisce senza discutere?

Per ora, il silenzio continua. Ma la base – quella vera – ha cominciato a parlare. E non è detto che si fermi.

Condividi

Lascia un commento