Ci risiamo. A Savona torna di moda un vecchio gioco molto in voga: l’urbanistica dei sogni. Sogni che durano giusto il tempo di una conferenza stampa, prima di impantanarsi nei soliti meccanismi, tra varianti urbanistiche, contenziosi legali, interessi privati divergenti e una burocrazia che macina i tempi come una lumaca con l’artrosi. L’ultimo caso? Il progetto di riqualificazione dell’area di Piazza del Popolo e di Orti Folconi, pomposamente presentato come un’opera di “rigenerazione urbana”, con tanto di Palaeventi, parchi lineari, residenze intergenerazionali e collegamenti pedonali futuristici. Ma a ben guardare, di realistico c’è ben poco. E il 2025 potrebbe assomigliare maledettamente al 2005.
I progetti e le urgenze (di facciata)
Secondo le dichiarazioni del presidente di Binario Blu, Fabrizio Barbano, l’idea sarebbe quella di accelerare i tempi evitando di aspettare i tre (almeno) anni necessari per la variante generale al PUC. Soluzione? Una scorciatoia autorizzativa per mettere subito in moto i cantieri. Una fretta che non sembra condivisa da tutti gli attori in campo. Ad esempio, le Coop, pur teoricamente interessate al progetto, non sembrano entusiaste all’idea di un centro commerciale in piazza del Popolo in concorrenza all’Ipercoop poco distante. Il che rende il cuore commerciale del progetto una scommessa piuttosto azzardata.
Tra Comune e privati: una danza complicata
Il Comune, dal canto suo, rilancia con l’ennesima “vision”: un grande Palaeventi da 3.000 posti, una maxi-area verde collegata con Orti Folconi e addirittura un modello di residenza sociale per giovani e anziani “insieme appassionatamente”. Il tutto sulle stesse aree dove da anni si consuma un contenzioso legale tra Comune e Binario Blu per la gestione del parcheggio. Un contenzioso che – si promette – verrà chiuso se il progetto prenderà forma. Ma attenzione: finché i mattoni non li vediamo, siamo ancora nel campo delle buone intenzioni.
Anche se domani mattina si firmasse un protocollo d’intesa con tanto di foto ricordo, rimane un piccolo dettaglio: i tempi tecnici. La variante al Puc è un percorso tortuoso che richiede anni, e ogni passo sarà esposto alle osservazioni, alle conferenze di servizi, ai vincoli e alle variabili impreviste. Anche l’eventuale procedura semplificata invocata da Barbano non garantisce affatto una rapida cantierizzazione. Anzi, potrebbe diventare l’ennesima fonte di tensione istituzionale e perfino giuridica.
E Orti Folconi? Buone idee, futuro incerto
Nel frattempo, si sogna anche a Orti Folconi. La proposta di un polo residenziale innovativo, destinato a giovani universitari e anziani, con la chiusura della fatiscente RSA “I Noceti” al Santuario, è senz’altro nobile. Ma anche qui manca una cosa: la certezza delle risorse, dei tempi e delle volontà convergenti. Le Opere Sociali sono coinvolte, ma il progetto, ancora in bozza, dipende da una delicata alchimia tra pubblico e privato. E, si sa, quando si devono “far convivere interessi pubblici e privati”, si rischia di convivere… con l’immobilismo.
La retorica della “rigenerazione urbana” va di moda. Ma serve più scetticismo e meno storytelling. A oggi, il progetto Piazza del Popolo-Orti Folconi appare come un mosaico di promesse non allineate, con attori che hanno visioni divergenti e priorità incompatibili. Il rischio? Che nel 2035 ci troveremo ancora a parlare degli stessi rendering, mentre i cittadini continueranno a parcheggiare su un piazzale disordinato e a osservare erbacce che crescono dove doveva sorgere il parco.