Non si tratta più solo dei “soliti vandalismi” in Darsena o dei piccoli furti nei negozi del centro. A Savona il livello di insicurezza sta salendo di tono e gravità. Gli episodi degli ultimi giorni parlano chiaro e preoccupano: una ragazza accoltellata in via Bresciana, un’altra aggredita in un parcheggio sotterraneo del centro commerciale “La Città sul Mare”, in piena serata. Non siamo più di fronte a semplici segnali d’allarme, ma a fatti concreti che raccontano un’escalation inquietante.
Chiunque viva questa città – chi ci lavora, chi studia, chi passeggia semplicemente per le strade – ha diritto a sentirsi al sicuro. E invece Savona sta diventando, giorno dopo giorno, una città dove le cronache di violenza si moltiplicano e dove, soprattutto, chi dovrebbe prevenire, intervenire o quantomeno rassicurare tace. O peggio, minimizza.
L’assessore competente sembra vivere in un’altra dimensione, e la giunta, al netto delle dichiarazioni di rito, continua a voltarsi dall’altra parte, più attenta a tagliare nastri e a organizzare convegni sulla “bellezza urbana” che ad affrontare i problemi reali dei cittadini. Ma senza sicurezza, nessuna città può dirsi davvero vivibile.
È inaccettabile che dopo ogni episodio si reagisca con sorpresa, come se fosse un fulmine a ciel sereno. Dove sono i controlli nelle zone sensibili? Dove sono le telecamere promesse? Dove sono i presìdi visibili e costanti?
La sicurezza non è una questione di destra o di sinistra: è la base su cui si costruisce ogni comunità. Ignorarla significa abbandonare i cittadini. E oggi, a Savona, qualcuno si sente davvero abbandonato.