Da oppositore intransigente a mediatore possibilista. È la parabola del sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri, braccio operativo (ma non troppo trasparente) del vicepresidente regionale Roberto Arboscello, l’uomo che muove le pedine nell’ombra e lascia agli altri il compito di esporsi. E quando si parla di termovalorizzatore, Mirri ha cambiato passo. Anzi, ha invertito la marcia. E lo ha fatto con una tale grazia retorica da meritarsi un premio speciale alla fiera della diplomazia contorta.
Settembre 2023: il No assoluto
Il primo atto va in scena a settembre 2023. Carcare, come Cosseria e altri Comuni della Val Bormida, dice un sonoro NO al termovalorizzatore. La mozione in consiglio comunale viene votata all’unanimità. Mirri, allora, è un sindaco inflessibile, quasi barricadero: “Dobbiamo farci sentire prima che venga presa la decisione,” proclama, facendo appello alla storia dolorosa della valle, già martoriata dal biodigestore, dalla Ferrania, dalla Italiana Coke. L’impianto? Solo a Genova, afferma con convinzione.
Tra i motivi del rifiuto: aumento dell’inquinamento, rischio sanitario, traffico veicolare, nessun risparmio in bolletta, e zero benefici occupazionali. Una posizione netta, argomentata, da farci un manifesto…LEGGI
Febbraio 2025: qualcosa scricchiola
Cinque mesi fa, qualcosa cambia. È il febbraio 2025 quando Mirri convoca un tavolo con i sindaci della zona, tra cui quelli di Vado e Quiliano. “Mi voglio confrontare,” dice. Il tono è più cauto, più istituzionale. Non è più il tempo del “no” secco, ma del “valutiamo insieme”. Si comincia a intravedere il cambio di rotta, forse su suggerimento di chi preferisce rimanere dietro le quinte, ma manovrare le comparse da protagonista silenzioso…LEGGI
Aprile 2025: l’ordine del giorno contraddittorio
Il 10 aprile 2025 arriva il documento firmato da Mirri e altri consiglieri provinciali. Un ordine del giorno apparentemente contrario al termovalorizzatore ma, in realtà, pieno di aperture. “La valle non è l’unica area idonea…” si legge, ma soprattutto: prima di escludere categoricamente la realizzazione dell’impianto si propone di istituire un tavolo tecnico permanente con istituzioni, scienziati, sanitari, tecnici ARLIR e ISS.
Insomma, si passa dal “mai qui” al “valutiamo insieme, ma con calma e con metodo”. È la trasformazione ufficiale: da sindaco barricadero a tecnico ragionevole. E soprattutto – notare bene – si introduce un paradosso: la Valle Bormida non regge un nuovo impianto, ma non si può escludere che venga fatto. Più che una posizione, una acrobatica contorsione.. LEGGI L’ORDINE DEL GIORNO
Giugno 2025: la difesa d’ufficio e lo scudo anti-strumentalizzazione
L’ultima puntata è la più comica, se non fosse tragica. Mirri si dice indignato: “Non voglio essere strumentalizzato.” Ma da chi? Da sé stesso? Dalle sue stesse parole? Dalle sue stesse firme?
“Sono per il bene della comunità, ho solo chiesto un tavolo di confronto tecnico,” afferma, quasi seccato. “Non voglio urlare né dividere, voglio solo capire che futuro dare alla valle.”
Un futuro che però, fino a qualche mese prima, sembrava già ben chiaro: niente impianto, mai. Oggi invece, la nuova narrazione è quella del “vediamo, confrontiamoci, studiamo”. Una retromarcia mascherata da approfondimento. Il tutto ben protetto dal silenzio del regista ombra, Arboscello, che non firma, non parla, ma c’è. Eccome se c’è….LEGGI
Tra tavoli e strategie, chi guida davvero?
La vicenda del termovalorizzatore nella Val Bormida sta diventando il caso emblematico di una politica che cambia pelle con la stessa disinvoltura con cui cambia comunicati stampa. Mirri, da uomo della protesta, si è trasformato nel portavoce del dialogo. Ma il sospetto è che non sia stato lui a decidere. Perché in questa storia, chi guida davvero non è quello che sta davanti. È quello che resta dietro le quinte.
E Carcare? E la Val Bormida? Sempre più terra di passaggio, non solo per i rifiuti, ma anche per le ambiguità politiche.