Rifiuti a Savona, i condòmini di Corso Italia: “Basterebbero tre bidoni condominiali per risolvere il caos”

Vorrei portare alla vostra attenzione, e a quella di chi dovrebbe occuparsene, un aspetto importante del problema della gestione dei rifiuti di Savona, svolto da qualche mese con il sistema di raccolta porta-a-porta.

In questi giorni si parla di sanzioni irrogate a ditte e residenti per l’abbandono di rifiuti in via Nizza. Il rispetto delle regole è il presupposto fondamentale per una convivenza civile e per il decoro della nostra città: ben vengano, quindi, queste misure più severe, che scoraggiano comportamenti incivili e premiano chi, invece, cerca di fare la propria parte.

Ma… c’è sempre un “ma”, non è vero? Le sanzioni sono giuste e necessarie, certo. Ma il degrado che negli ultimi mesi ha trasformato Savona in una sorta di discarica a cielo aperto non è solo frutto di scarsa sensibilità civica. È, in gran parte, figlio di questo sistema di raccolta porta a porta che, pur con le migliori intenzioni, genera disagi e scoraggia il rispetto delle norme. Bisogna intervenire per evitare che i marciapiedi diventino un campo minato di sacchi e mastelli.

Prendiamo il nostro caso, emblematico. Siamo un gruppo di condòmini dello stabile al numero 4 di Corso Italia, nella parte alta che unisce piazza Marconi alla sede del comando provinciale dei Carabinieri. Per qualche astruso e incomprensibile calcolo, il gestore Sea-S ha deciso che il nostro palazzo – unico nella via con quello di fronte, al civico 5 – debba utilizzare i mastelli individuali per esporre i rifiuti, anziché i bidoni condominiali o i cassonetti a scheda elettronica (i cosiddetti “intelligenti”, con l’ennesimo abuso del termine). Lo stabile si sviluppa su sei piani, con fino a tre utenze per piano: il risultato è un’esposizione settimanale che, al giovedì, trasforma il marciapiede in una vera e propria barriera di contenitori. Dobbiamo seguire alla lettera l’ordine imposto (plastica, secco, organico), pena il rischio di sanzioni per un errore di calendario. Il che ci porta ad esporre fino a 42 mastelli e sacchi: un controsenso, se pensiamo che l’obiettivo dovrebbe anche essere quello di facilitare la raccolta da parte degli operatori, non complicarla. Ma cosa ci vuole per far comprendere a Sea-S che questa situazione è al limite del kafkiano? Basterebbero tre bidoni condominiali per risolvere la cosa!

Allego alcune foto ( a fondo pagina) scattate ieri sera proprio sul nostro marciapiede: come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole. L’ultima foto, in particolare, evidenzia come vi sia ampio spazio per inserire 3 nuovi bidoni nella zona tecnica assegnata ai condominiali del civico n. 2. Quei mastelli accatastati non sono solo un pugno in un occhio, ma un impedimento al passaggio che al giovedì arriva a costituire una vera e propria barriera architettonica, demotivando chi vuole fare le cose per bene e rendendo la via meno vivibile per tutti.

Per questo chiediamo, anche per il tramite del Suo giornale, che vengano sollecitati Sea-S e gli uffici comunali competenti a:
– effettuare un sopralluogo tecnico;
– valutare soluzioni condominiali centralizzate (isola ecologica/mastelli condivisi/cassonetti carrellati in area dedicata) compatibili con il transito pedonale e l’abbattimento delle barriere architettoniche;
– definire tempi e responsabilità per il riposizionamento dei contenitori dopo lo svuotamento.

Grazie per l’attenzione e per l’ospitalità.

Cordialmente,
Stefano Martinelli

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