C’è un curioso paradosso nella Savona sportiva: mentre per il Bacigalupo l’assessore Francesco Rossello ha lasciato dietro di sé più delusione che risultati concreti, per la piscina Zanelli tutto sembra invece filare nel verso giusto. Una questione di priorità politiche, verrebbe da pensare, perché la differenza di trattamento appare ormai evidente anche agli occhi meno attenti.
Sul fronte calcistico, la città attende ancora risposte. Lo stadio resta un nodo irrisolto, tra annunci, progetti che non decollano e una sensazione diffusa di abbandono. Al contrario, sul fronte natatorio, il Comune sembra aver trovato la sua “corsa lunga” – e soprattutto il suo interlocutore privilegiato: la Rari Nantes Savona.
Il dialogo tra l’amministrazione e la società biancorossa è infatti più che ben avviato. La Rari, che già gestisce l’impianto, si è detta pronta ad assumersi l’onere della copertura e del riscaldamento delle due nuove vascherealizzate con i fondi PNRR (2,5 milioni di euro) e con un milione aggiunto dal Comune. Un investimento da 1,8 milioni di euro complessivi, a fronte di una concessione di 15 anni di gestione, da approvare entro fine dicembre.
«La situazione è in divenire – spiega il vicepresidente Giuseppe Gervasio – ma confidiamo di chiudere entro il 15 novembre tutti gli aspetti tecnici. L’obiettivo è arrivare a una quadra che garantisca alla città un impianto moderno e completo».
E, in effetti, il progetto non manca di ambizione: copertura, impianto fotovoltaico, rifacimento del tetto, sistemazione dell’area adiacente e persino un nuovo bar. Una volta conclusi i lavori, la piscina Zanelli potrebbe ospitare eventi nazionali e internazionali, trasformandosi in un vero polo natatorio di riferimento per la Liguria e in un volano turistico per Savona.
Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché dietro la soddisfazione istituzionale si nasconde un interrogativo politico non secondario: perché la stessa attenzione non è stata riservata anche ad altre strutture sportive cittadine, a cominciare dal Bacigalupo?
È forse solo una questione di convenienza economica – più facile trattare con una società strutturata e blasonata come la Rari Nantes – o anche di visibilità politica, dato che la piscina rappresenta un biglietto da visita più spendibile di un impianto calcistico in declino?
«Con la Rari Nantes – commenta Rossello – è stato svolto un lavoro proficuo e l’obiettivo è chiudere entro dicembre».
Una dichiarazione che, pur legittima, suona come l’ennesima conferma di una giunta a due velocità: quella che accelera dove c’è consenso e visibilità, e quella che frena dove servirebbe coraggio e progettualità vera.
Savona, ancora una volta, scopre che anche nello sport la politica non gioca mai a campo neutro.





