Savona – Grandi notizie per la cultura savonese! Il Sindaco Marco Russo, con il suo consueto entusiasmo, ha annunciato la creazione di una Fondazione di Partecipazione per gestire Palazzo della Rovere. Una soluzione innovativa, inclusiva, partecipata, resiliente e – perché no – forse anche transgenerazionale.
Dopo anni di promesse, proclami e grandi visioni, ecco finalmente la svolta: una fondazione che, secondo il Sindaco, sarà il motore della rinascita culturale della città. Non un semplice edificio storico restaurato e restituito alla cittadinanza, no: un polo culturale di respiro nazionale e internazionale!
Il nuovo Palazzo della Rovere 2.0 non sarà solo un posto dove si conservano libri, perché quella è roba da vecchie biblioteche polverose! No, sarà un luogo di produzione culturale, un laboratorio di idee, uno spazio flessibile, un’area coworking, una fucina di talenti, una galleria d’arte, un teatro sperimentale, un incubatore di startup e – perché no – una caffetteria aperta a tutti!
Insomma, mancano solo un parco giochi per criceti e un simulatore di viaggi intergalattici, e poi siamo pronti a candidarci per il premio Nobel dell’urbanistica partecipata.
Ecco il punto più interessante: la governance pubblica verrà bilanciata dal coinvolgimento di soggetti esterni, che contribuiranno con competenze e risorse. Tradotto dal politichese: il Comune cederà la gestione a un’entità “partecipata”, che si spera trovi finanziatori privati (magari generosi mecenati con il portafoglio pronto). Chi saranno questi soggetti esterni? Secondo l’andazzo savonese è facile immaginarlo
Quello che è certo è che la parola “partecipazione” è stata ripetuta più volte di un mantra tibetano. Partecipazione di chi? Dei cittadini? Degli esperti? Degli amici degli amici? Anche questo, per ora, rimane un segreto ben custodito nei corridoi del Comune.
Mentre l’Amministrazione sogna una Harvard della Riviera e ci racconta del suo nuovo “spazio vivo e dinamico”, i savonesi si chiedono una cosa molto più semplice: quando lo vedremo finito?
Perché mentre le parole volano alte nei cieli della retorica, la realtà è che Palazzo della Rovere è un cantiere perenne, dove la polvere e i lavori infiniti sono gli unici veri protagonisti.
E quindi, in attesa di vedere questo sogno trasformarsi in realtà, suggeriamo al Sindaco di aprire una nuova fondazione: la Fondazione per il recupero delle idee annunciate e mai Realizzate. Sarebbe la più partecipata di tutte.