Lettera aperta del Vicesindaco Massimo Arecco

Personalmente non disdegno le caserme, intese come luoghi d’ordine, disciplina,  rispetto delle regole, fedeltà agli ideali ed in cui, soprattutto, tutti sanno chi sia il comandante che decide e sa decidere, essendo in grado di assumersi consapevolmente le proprie responsabilità.

Metaforicamente parlando, le preferisco ai motel della politica, luoghi nei quali si entra e si esce, si consuma, si va via, e si ritorna quando più aggrada.

Non amo neppure coloro che intendono la politica come ammortizzatore sociale, concepita come strumento occupazionale, o come autobus sul quale salire e scendere a proprio piacimento, con destinazione una poltrona sulla quale appoggiare le terga e grazie alla quale ottenere relativa, regolare, retribuzione mensile.

Ritengo che dovrebbe diventare obbligatorio, per tutti coloro che intendano ricoprire cariche pubbliche, presentare preventivamente il proprio curriculum vitae, per mostrare alla polis cosa si sia riusciti a realizzare di concreto nella propria vita, prima di amministrare quella degli altri.

Ritengo altresì che sia importante dimostrare di avere intrapreso un percorso politico che abbia consentito di acquisire esperienze via via crescenti ed in sintonia con il ruolo che, in quel momento, si chiede di poter ricoprire come amministratore pubblico.

Amo la fedeltà al proprio partito ed agli ideali che esso incarna.

Amo chi si mette in gioco, ci prova e, se sbaglia, chiede scusa a coloro che gli hanno dato fiducia votandolo, ma non molla fino a quando ciò che ha promesso non verrà realizzato.

Il mio disagio nei confronti dell’attuale Lega cittadina è oramai noto a tutti: si trascina da circa due anni e mezzo ed è quasi giunto al suo epilogo.

Non mi è facile convivere con una parte dei vertici locali con i quali, quasi sempre, non siamo riusciti a fare sintesi su tanti temi, dai quali mi sento lontano anni luce praticamente su tutto e che, in questi duri anni di amministrazione, a mio modo di vedere, hanno spesso tifato per l’avversario, cercando, metaforicamente parlando, di “farmi fuori dal primo giorno in cui ho messo piede a palazzo Sisto”.

Vedremo come andrà a finire.

Le scelte strategiche che verranno decise nelle prossime settimane, circa il nome del candidato sindaco che la Lega deciderà di appoggiare, saranno, per me e per altri che la pensano come il sottoscritto, determinanti.

Non mi vergogno a rivelare che, nonostante il mio attuale ruolo di vicesindaco del capoluogo, dalla mia sezione di partito nessuno finora si sia “preso la briga” di interpellarmi per sapere cosa possa pensare per la Savona dei prossimi cinque anni, tenendomi informato sulle trattative attualmente in corso.

Per alcuni di costoro, nel mio partito, costituisco un problema, diciamo di concorrenza interna, per cui l’esperienza politica ed amministrativa fino ad oggi accumulate sono vissute con paura e sospetto, anziché essere giudicate come un valore aggiunto.

Una cosa è certa, oltre a preferire le caserme in cui vigono ordine, rispetto, capacità di gestione e amministrazione e a non gradire metaforicamente i motel della politica, non digerisco i polpettoni.

A presto, molto presto.

Massimo Arecco

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