La pala pigra di Naso di Gatto

Sulle alture tra Savona e Altare, a Naso di Gatto, si erge una pala eolica che — secondo alcuni — non avrebbe mai girato.

L’impianto, parte del parco eolico avviato anni fa, doveva essere uno dei simboli della transizione energetica savonese. Invece, a guardarla oggi, sembra più un monumento alla calma piatta: ferma, silenziosa, immobile anche quando il vento soffia deciso tra i crinali.

Ci si chiede il perché. Niente di ufficiale, naturalmente: solo voci, osservazioni, ironie. Non esiste un comunicato o un articolo recente che attesti che la turbina sia ferma da un anno o che non sia mai entrata in funzione. Eppure, gli abitanti del posto, con la consueta ironia, l’hanno ribattezzata “la pala pigra”. Altri, più taglienti, parlano di “eolico ornamentale”.

Sarà sicuramente un guasto momentaneo. Difficile credere, come sostiene qualcuno, che sia solo mancanza di vento: le pale eoliche possono infatti essere avviate anche in assenza di corrente d’aria grazie a un piccolo impulso elettrico che serve a superare l’inerzia del rotore. Un aiuto tecnico, insomma, per far partire la macchina e poi lasciarla al soffio naturale.

Ecco come funziona, in linea generale:

  • Le grandi turbine eoliche non iniziano a girare da sole con venti deboli (sotto la cosiddetta velocità di cut-in, di solito 3–4 m/s).

  • In questi casi, il sistema di controllo utilizza energia elettrica dalla rete (o da batterie interne, se si tratta di un impianto isolato) per far compiere al rotore una piccola rotazione di avviamento.

  • Questo serve a superare l’inerzia meccanica e portare le pale nella posizione ottimale rispetto al vento.

  • Una volta che la velocità del vento è sufficiente, la turbina si autosostiene e comincia a generare energia in modo autonomo.

Tutto corretto in teoria. Ma, come spesso accade, tra la teoria e la realtà si infila la burocrazia. Fatto sta che, lassù, la pala — almeno a occhio nudo — sembra ferma. E mentre la città discute di transizione ecologica e di rinnovabili, sul crinale resta un curioso monumento alla contraddizione: un gigante silenzioso che, per ora, produce solo ironia.

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