La mia Savona! Volendo, ci si riesce. di Giuseppe Lepore

Ciao, mi presento. Sono Giuseppe Lepore, ho 58 anni e da sempre abito a Savona.

Mio padre Alfonso mi ha regalato la passione per la politica. Lui l’ha praticata per anni con onestà ed equilibrio.

Mi guadagno la vita svolgendo la professione di commercialista, che mi ha permesso di entrare a contatto con le più diverse categorie di lavoratori: dagli artigiani agli impiegati, dai pescatori e operai ai liberi professionisti che, ogni giorno, lottano contro intralci di ogni tipo alla loro attività, non ultimi provvedimenti amministrativi fiscali e organizzativi.

Mi preme subito mettere in evidenza un aspetto: sfatiamo il mito che la Pubblica Amministrazione non funziona. Quando la macchina amministrativa stenta, dipende dalle persone che vi sono impiegate.

Ben conosco l’abnegazione di molti funzionari che lavorano in condizioni limite, cercando di far fronte a norme sempre più stringenti e aggressive contro il cittadino. Chissà perché il loro carico di lavoro aumenta, ma il personale è sempre più esiguo.

E quanti salti mortali! Con la pandemia, il personale in smart working ha dovuto persino usare le proprie linee telefoniche, il proprio PC, a volte condividendolo con i figli in DAD. Una Pubblica amministrazione in questo stato non potrà mai essere efficiente.

Serve fornirle mezzi adeguati e soprattutto premi meritocratici, misurati su una produttività che abbia come parametro, non la quantità di lavoro svolto, bensì la qualità e la soddisfazione del cittadino.

L’esperienza lavorativa mi ha insegnato che spesso pratiche complicate sono risolte grazie alla competenza e alle capacità del singolo funzionario. Ecco perché non bisogna mai generalizzare, in questo caso con il Comune, per eventuali problematiche ma semmai affrontare le sacche di inefficienze materiali e umane che in tutte le organizzazioni si annidano.

       Idee e Proposte

Mi si permetta di dirlo: Savona è davvero una bella città. Distesa tra mari e monti, con una posizione logistica invidiabile, ha tutto per garantire quella qualità della vita, biglietto da visita del XXI secolo. Con la pandemia, scoppiata nella primavera 2020, il lavoro agile permetterà di uscire dalle metropoli sempre di più e tornare ad una realtà più a misura di persona.

Savona ha le carte in regola per giocare questa partita. I servizi, l’intrattenimento, il turismo e il terziario sono il punto di riferimento. Settori questi, è bene ribadirlo, che sono in grado di garantire occupazione.

Per vincere servono, però, maggiore pulizia della città, migliore sicurezza per i cittadini, progetti anche lungimiranti.

Quante volte mi sono confrontato con amici, venuti da fuori, che mi hanno segnalato la sporcizia in cui versa Savona. Noi non ce ne accorgiamo, ma ci siamo abituati ad accettare un basso livello di pulizia. Come si possono attirare qui i turisti, che, appena possono, fuggono via?

Ma proviamo a radunare le idee, per non piangerci sempre addosso – uno sport comune in Italia – e proporre soluzioni percorribili.

Parto, però, da una premessa necessaria senza entrare troppo negli annosi problemi infrastrutturali di Savona.

E’ uno scandalo che:

– siano stati già spesi 200 milioni di euro per sventrare quartieri savonesi con l’Aurelia Bis che non è ancora terminata e solo Dio sa quanti altri finanziamenti e quanto altro tempo occorreranno per vederne la fine.

– il traffico pesante e non, tra Savona e Albisola, è ingestibile, creando anche code autostradali impressionanti.

Gli effetti e le ripercussioni economiche sulle attività commerciali e turistiche sono sotto gli occhi di tutti.

Nessuno ci ha ancora spiegato come mai lo scorso anno in piena pandemia – quando tutti eravamo chiusi in casa e le autostrade erano vuote – i lavori non sono stati fatti, mentre quest‘anno all’affacciarsi di una auspicata ripresa, l’agonia dei cantieri in luglio e agosto ha compromesso  quella voglia dei vacanzieri di venire in Liguria, dirottandoli verso altre méte.

E’ quindi il momento che il Comune con autorevolezza faccia sentire la propria voce nelle sedi competenti, altrimenti tutti gli sforzi che in questa campagna elettorale da più parti invocati saranno irrimediabilmente vanificati.

E’ inutile avere il maggior numero di bandiere blu d’Italia se poi la clientela non riesce ad arrivare, deprimendo non solo le attività turistiche ma anche il commercio e le attività collaterali non meno importanti della filiera.

  1. Decoro.

In certi periodi dell’anno in alcuni quartieri, come ad esempio in Valloria, è pieno di erbacce che crescono tra i marciapiedi. Vi sono persino rovi con spine che spuntano pericolosamente sulla strada vicino alla scuola elementare “Carando”.

Se si fanno quattro passi in certe zone di Zinola o del centro le vie sono state trasformate in vespasiani e la puzza, soprattutto in estate, è asfissiante. Ma è mai possibile che non si possano creare delle aree verdi, recintate, in cui i cani possano fare i bisogni? Ad Albissola marina in via Faraggiana ve n’è una dignitosa. Se si vuole, quindi, ci si riesce.

Quante volte, domando, – persino durante la pandemia! – la cittadinanza ha visto passare e disinfettare le strade?

  1. Sicurezza.

La situazione complicata in Piazza del popolo, soprattutto di sera, è stata denunciata da tempo dagli abitanti della zona. Ma si vogliono finalmente investire, ufficialmente, gli organi competenti della questione e trovare rapidamente una soluzione? Un presidio stabile diurno delle Forze dell’ordine o il passaggio continuo di pattuglie potrebbero alleviare il problema.

  1. Vivibilità.

Alle Fornaci si è ulteriormente ristretta la strada, tanto che adesso due autobus hanno difficoltà a passare contemporaneamente. Sono stati tolti definitivamente un sacco di parcheggi, rendendo la zona inavvicinabile, tanto che alcune attività hanno dovuto chiudere.

Ma come è possibile continuare a togliere ovunque i parcheggi? Per forza si vuole costringere la gente a spendere o a farsi saltare il sistema nervoso? Nessuno ha mai pensato di costruire mini-edifici adibiti a parcheggi nelle zone più densamente popolate, a prezzi calmierati o gratis, come succede in Francia?

Il lunedì mattina il traffico in centro è mezzo paralizzato. Il nodo è che i passanti sulle strisce pedonali hanno due possibili scelte in via Paleocapa, lato piazza del Popolo. Se se ne chiudesse una – ad esempio quella alla destra della farmacia Saettone, lato mare, all’angolo con piazza Mameli, – e la seconda venisse regolata da un vigile urbano nelle ore di punta, il problema sarebbe risolto.

  1. Servizi comunali.

L’informatizzazione dei servizi comunali è da migliorare molto, utilizzando i fondi del Recovery plan.

La qualità del segnale Wi-fi nel quartiere del porto, soprattutto quando torneranno i turisti, deve essere superiore.

  1. Attività commerciali.

Bar e ristoranti, che danno lavoro a molti savonesi, hanno subìto un duro colpo dalla pandemia. Lasciare per un anno in maniera gratuita la possibilità di avere dei dehors all’aperto è un modo per assicurarsi entrate se vi fosse una nuova recrudescenza del Covid.

L’organizzazione di eventi, non solo le notti bianche in estate, potrebbe dare respiro al commercio.

  1. Migliorare l’offerta turistica.

– mettendo ancora più in risalto le bellezze architettoniche di Savona;

– creando percorsi verdi verso Naso di gatto e l’entroterra nel territorio comunale.

***

Idee e progetti, quelli qui sopra ho espresso, che sono in larga parte a costo zero o quasi.

E’ solo una questione di volontà e di organizzazione.

Grazie per l’attenzione,

Giuseppe Lepore, candidato lista Aschei, Andare Oltre.

 

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