La Gestione dello stadio Bacigalupo con l’aiutino del Comune

Nella futura gestione dello stadio c’è una novità che lascia perplessi, un sostegno del comune di 20.000 euro annui alla società che gestirà lo stadio Bacigalupo.
Una novità, quella del contributo alle spese, che arriva dopo anni in cui il Comune non assegnava alcun contributo al gestore del Bacigalupo, anzi,  lo costringeva a versare una cifra simbolica di 100 euro a Palazzo Sisto.
La Giunta si giustifica dichiarando che il contributo renderebbe più appetibile il subentro di un soggetto privato che avrebbe la gestione dello stadio in cambio di un investimento di 314 mila euro per la ristrutturazione. Il prato è stato rifatto a spese del Comune, ma l’interno è malconcio.
I lavori che dovranno essere gestiti dal futuro aggiudicatario della concessione prevedono il ripristino di tutti i locali presenti sotto la tribuna di via Chiabrera, gli spogliatoi, i magazzini, la segreteria, il bar, i servizi igienici, la tribuna e la gradinata lato via Chiabrera, gli accessi all’intero impianto, la recinzione di delimitazione del fossato  e gli impianti di illuminazione.
Restano esclusi dal progetto la tribuna lato via Cadorna, i locali sottostanti la tribuna lato via Cadorna, le curve e il campetto “Comparato”.
Dura la reazione dell’opposizione:
Il consigliere Manuel Meles (M5S) su fb: Le decisioni della giunta sulla concessione dello stadio sono quantomeno anomale e ricche di bizzarrie.Il Comune regalerà, di fatto, lo stadio per 8 anni, senza incassare nemmeno un canone simbolico: da una parte si chiede al futuro concessionario di investire risorse per effettuare i lavori di ripristino per un importo di circa 240 mila euro, dall’altra il Comune erogherà in via forfettaria 20 mila euro annui, dal secondo anno, come contributo per le utenze, e si farà inoltre carico di altri 25 mila euro per la manutenzione annuale del manto erboso. Il concessionario tratterrà per sé ogni ricavo tariffario. Un affare per il futuro gestore. Al Comune resta (e ci mancherebbe ancora) la possibilità di far utilizzare gratuitamente lo stadio ai disabili e alle scuole, limitatamente alle lezioni di educazione fisica in orario curricolare (era comunque già così, nessuna novità).
Il contributo sulle utenze grida vendetta: alle piccole  associazioni che gestiscono i piccoli impianti non è ancora stato riconosciuto un centesimo di più, inoltre prevedere un contributo forfettario, anziché a rimborso parziale di spese effettivamente sostenute, che nei 7 anni toccherà i 140 mila euro, è contrario a ogni regola di diligenza e responsabilità del gestore, visto che non ha alcun incentivo a contenere i consumi energetici e non prevede una revisione in caso di futuri cali dei prezzi energetici o di interventi che riducano i consumi.
Con una mano si fa finta di chiedere al privato un impegno di investimenti per lavori di sistemazione, che ammortizzati sulla durata della concessione fanno circa 30 mila euro annui, con l’altra mano ci accolliamo 20 mila euro di rimborso forfettario sulle utenze e di altri 25 mila euro per il manto: il costo di cui si fa carico annualmente il comune è di 45 mila euro, superiore all’ammortamento dei lavori richiesti in cambio della gestione in esclusiva.
Curioso poi che la delibera con cui è stato previsto il contributo di 20 mila euro sostenga che sia “ritenuto opportuno dagli uffici”, cosa che dubito fortemente visto che espone inutilmente i funzionari a danno erariale, non spettando certo loro le scelte di opportunità. Oltretutto tale opportunità sarebbe emersa dopo la decisione di metà aprile di procedere con la concessione in cambio di lavori.
Peccato che ad aprile i costi energetici fossero già alle stelle, come mai questa “opportunità” è emersa solo dopo 2 mesi? Sono arrivate richieste informali di inserire questa previsione da parte di un potenziale gestore interessato?
E come mai per un impianto inquadrato come economicamente rilevante, e quindi con potenzialità di generare ricavi, il comune decide di coprire forfettariamente le utenze e di manutenere annualmente il manto, mentre per le asd e gli altri impianti, tutti a scarsa rilevanza economica, non si vede ancora il riconoscimento di un sostegno aggiuntivo, che sarebbe necessario già oggi?
Non c’è che dire, un bel regalo al futuro gestore, senza rispettare alcun criterio amministrativo ed economico e senza alcuna valutazione di equità e parità di trattamento.
Nei loro millemila tavoli non approfondiscono un pochino le questioni dal punto di vista giuridico e finanziario?

Il consigliere Fabio Orsi (lista Toti) su Fb: Lascia davvero perplessi questa decisione. Un contributo “a pioggia” ancor prima di conoscere il progetto di riqualificazione che il privato, se mai ci sarà, intende proporre mi pare l’esatto contrario di come si debba procedere. Se lo scopo è quello di rendere appetibile o anche solo digeribile il bando significa che già si è consapevoli di quanto poco lo sia. Secondo tema: non si può equiparare lo stadio ad una qualunque palestra che ha costi di gestione fissi e non ha potenzialità di introiti; semmai, proprio perchè trattandosi lo stadio, di fatto, di un bene pubblico di rilevanza economica, ha più senso contribuire sotto il profilo dell’investimento sulla struttura, (e non in spesa corrente per ordinaria gestione) magari anche accendendo un mutuo visto che adesso lo si potrà rifare, e ciò solo se il progetto di rilancio lo meriti. Ma per fare ciò bisognerebbe avere idea di cosa potrà/dovrà essere lo stadio nei prossimi vent’anni.

L’ex assessore allo sport Maurizio Scaramuzza: Non ho ancora capito perché ci siamo persi l’offerta di Simone Marinelli (ex Presidente del Savona), a quest’ora avevamo 1,5 milioni da investire sull’impianto… scelte scriteriate.. pagheremo tutti questo errore

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