OPERAZIONE FERRANIA

OPERAZIONE FERRANIA

In relazione alle dichiarazioni (…La Stampa del 19/11/2010…) dell’A.D. di Ferrania Technologies, Ing. Giuseppe Cortesi, sul bilancio economico dell’operazione Ferrania, condotta da pare del gruppo Messina ed ormai giunta alla conclusione, è d’obbligo osservare che:

a) L’analisi dell’ing Cortesi tiene conto solo delle spese sostenute dalla Proprietà Ferrania, senza considerare gli incassi che l’Azienda ha registrato dal 2005 ad oggi. Infatti al momento dell’acquisto erano presenti in magazzino merce per un valore di circa 30 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti: i 12,5 milioni per la vendita di un capannone ed un edificio fatiscente alla Regione Liguria, da utilizzare per l’ipotetico polo tecnologico, i finanziamenti per i corsi di riqualificazione professionale (2 milioni di euro), il ricavato della vendita dei brevetti e delle conoscenze tecnologiche di Ferrania Spa, con particolare riferimento al settore medicale, alle arti grafiche ed alla chimica fine, i ricavi per la vendita delle materie prime (rame ed acciaio) e delle tecnologie derivanti dallo smantellamento dei capannoni industriali, i reperti storici che hanno segnato la storia del Cinema Italiano, che in un primo tempo dovevano andare a costituire il museo della fotografia, ma di cui oggi si sono perse le tracce, senza contare i finanziamenti per lo sviluppo di nuove attività, a cui Ferrania Technologies ha potuto accedere sfruttando la situazione di emergenza occupazionale.
Non sono un esperto del settore e non ho la possibilità di accedere a tutte le voci di bilancio, ma credo di non commettere un grande errore nell’affermare che l’intera operazione Ferrania è stata realizzata a costo zero, in termini di capitali entrati ed usciti dalle casse della Proprietà, essa ha però garantito ai protagonisti dell’operazione un tesoretto, rappresentato dalle aree industriali che fra due anni, senza i dipendenti, potranno essere vedute e monetizzate od utilizzate per altri progetti molto redditizi, quali lo smaltimento dei rifiuti ed il retro porto.

b) Per quanto riguarda i dieci anni di ammortizzatori sociali è opportuno precisare che se da una parte hanno costituito un beneficio per i lavoratori, dall’altra hanno rappresentato un elemento fondamentale di primaria importanza per tutta l’operazione, senza di essi la Proprietà Ferrania avrebbe dovuto farsi carico, per acquisire il sito, dello stipendio di centinaia di lavoratori con costi ben più alti di quelli fino ad oggi sostenuti.

c) I contenuti della presente lettera non vogliono essere una critica all’Ing. Cortesi, al quale va la mia stima, in quanto ha compiuto il lavoro assegnatogli in modo brillante, arrivando in pochi anni ad un risultato, dal punto di vista di mprenditoriale – speculativo, eccezionale: la chiusura dell’Azienda con disponibilità delle aree senza il pesante carico dei dipendenti; tale conclusione solo qualche hanno fa sembrava impossibile e frutto solo di ipotesi fantascientifiche.
La mia critica e la mia indignazione, sono rivolte soprattutto alle Istituzioni Locali, Provinciali Regionali e Statali ed ai vertici di CGIL, CISL e UIL, che hanno acconsentito ad un così grande spreco di denaro pubblico, sacrificando, sull’altare degli interessi della Finanza speculativa, posti di lavoro, conoscenze tecnologiche, manodopera specializzata e forse il futuro di un intera Comunità.

Ringraziando per l’attenzione porgo cordiali saluti

Cairo Montenotte 19 Novembre 2010

Giuseppe Boveri

Associazione Energie RInnovabili Vallebormida

 

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