I diari settimanali del Casellante
(aneddoti, passaggi politici e non solo della settimana)
Savona, “bonus allerta”: piove, governo ladro ma con rimborso
Al nido delle “Piramidi” di Savona l’allerta gialla non spaventa più: ora piove un po’ meno… sul portafoglio dei genitori.
Dalla quarta chiusura in poi scatta il “bonus allerta”, un rimborso calcolato con la precisione di un orologio svizzero e la velocità di un conguaglio a giugno 2026.
Un gesto di civiltà, dicono.
Ma a qualcuno sorge un dubbio: con tutte le allerte, forse conviene sperare nel maltempo.
Così Savona inventa il welfare meteorologico: il primo caso in Italia in cui a decidere il bilancio comunale è… il meteo di domani.
Savona, fontane a secco: il deserto urbano che scorre sotto traccia
A Savona l’acqua non manca: mancano le fontane.
Quelle del Prolungamento e del Palazzo di Giustizia, ormai, servono solo a ricordare che un tempo anche il decoro urbano scorreva.
Lì dove un tempo zampillava l’acqua, oggi ribolle solo il degrado: mosaici che si staccano, telai arrugginiti e qualche rifiuto di passaggio a far da ornamento.
Le uniche fontane attive sono poche e timide — più “spruzzi” che zampilli — come se temessero di sprecare entusiasmo.
A questo punto, più che un piano di manutenzione, servirebbe un miracolo idrico.
O almeno un assessore che si ricordi che Savona è una città di mare, non un acquedotto in crisi d’identità.
Bormida, la maxi padella entra nel Guinness: quando la politica… si fa marrone
A Bormida non sanno più come farsi notare: così, dopo anni di promesse bollite, arriva la padella da Guinness.
Cinque uomini per spostarla, altri cinque per far saltare le castagne — e nessuno per far muovere la Valbormida.
Il sindaco ha scritto alla Commissione dei primati, ma forse basterebbe scrivere alla Regione per chiedere un po’ di sviluppo vero.
Intanto, tra una castagna e l’altra, la valle si consola: se non è ancora capitale dell’industria o del turismo, almeno lo è della padella.
E in fondo, in tempi di magra, meglio una padella piena che una politica… vuota.
Alassio, il Budello “ripulito” – Vietato essere poco chic
Ad Alassio arriva la nuova rivoluzione del commercio: stop a kebab, bazar, call center, money transfer e compro oro nel Budello.
Il Comune ha deciso che il centro storico deve tornare “decoroso”, come una vetrina d’altri tempi… possibilmente con negozi che vendano solo profumi, mocassini e ricordi d’antan.
Già firmati accordi simili a Finale Ligure e Loano, e a novembre toccherà anche ad Albenga: la Riviera delle Palme diventa così la riviera dei divieti selettivi.
Insomma, il kebab no, ma la pizza surgelata sì. Il bazar no, però il negozio “vintage” con prezzi da Montecarlo va benissimo.
Il tutto in nome del decoro urbano, quella parola magica che serve sempre quando non si sa più come far vivere i centri storici.
Morale? Alassio non vuole più essere multiculturale.
Vuole tornare multimarchiata.
Calizzano frizzante – 4 milioni per un sorso di modernità
L’Acqua Minerale di Calizzano investe 4 milioni di euro per una nuova linea d’imbottigliamento in PET.
Sostenibilità, innovazione, efficienza… e soprattutto bottiglie più lucide.
La presentazione ufficiale è prevista per febbraio, con tanto di etichetta nuova e promessa d’amore eterno all’ambiente.
Una cosa è certa: la sorgente è la stessa, ma l’acqua da montagna ora parla tedesco, grazie alla linea Krones, marchio teutonico dell’automazione industriale.
E mentre si celebra la “rivoluzione green”, resta un piccolo dubbio: per ridurre la plastica, forse bastava… una buona borraccia.
Influenza in arrivo – Vaccinati e contenti
In Liguria parte la nuova campagna vaccinale 2025-2026: 500 mila dosi gratuite, punti vaccinali ovunque, persino nei centri commerciali.
Così, tra un carrello e l’altro, si potrà scegliere tra un’offerta 2×1 e una puntura preventiva.
L’assessore Nicolò è ottimista: “Siamo già al 48% di copertura, puntiamo al 70-80%”.
Un traguardo ambizioso, quasi quanto trovare un medico di base disponibile dopo le 17.
Comunque, una buona notizia c’è: l’influenza quest’anno sarà “tosta”, ma almeno la propaganda sanitaria è in perfetta salute.
“La stabilità secondo Ceriale”
Ribaltone a Ceriale: la sindaca Fasano cambia squadra e chiama in giunta due ex oppositori.
Motivazione ufficiale: “Evitare il commissariamento del Comune”.
Traduzione non ufficiale: “Meglio un accordo di palazzo che un ritorno alle urne”.
Fuori dal municipio, uno striscione: “Il voto non si tradisce”.
Dentro, un’altra scritta ideale: “Ma si può reinterpretare”.
Così, nel nome della “responsabilità”, la politica locale scopre la nuova formula della democrazia:
vince chi resta seduto quando cambiano le sedie.
Differenziata di potere
A Savona, il Piano Contarina è diventato una soap opera ecologica:
ogni puntata un ribaltamento, ogni mastello un mistero.
Arecco accusa la giunta di aver “stravolto il piano”.
La giunta replica: “No, l’ha stravolto lui prima”.
Intanto, i cittadini si chiedono solo in quale bidone buttare le promesse.
Stadi da sogno, erba da incubo”
A Savona, lo sport vive tra render e ruggine: i progetti ci sono, i lavori no.
Il Bacigalupo attende da anni di risorgere, ma per ora è solo un PowerPoint con le erbacce.
Il Vado sogna la Serie C, ma deve chiedere permesso all’omologazione;
gli altri campi, tra alluvioni e rattoppi, resistono grazie ai volontari — gli unici veri “professionisti” rimasti.
Le istituzioni? In panchina, a discutere se il manto erboso vada in bilancio come arredo urbano.
Così il calcio savonese continua la sua partita più difficile: quella contro il tempo, la burocrazia e l’indifferenza.
E intanto, il sogno del “nuovo Bacigalupo” resta come sempre… fuorigioco.
l miracolo di Via Schienacoste
Savona, città dei prodigi: basta un post di Fabio Orsi e — zac! — in poche ore spariscono mesi di sporcizia.
L’assessore Pasquali, invece di ringraziare, si indigna: “La pulizia era già programmata!”.
Ah, certo. Programmata da quando? Dall’era geologica precedente?
Forse Orsi è un vegente e ha previsto il giorno giusto per la denuncia.
Una cosa è certa: l’assessore, più che indignarsi con Orsi, dovrebbe arrossire per aver lasciato una via trasformata per mesi in un cacatoio a cielo aperto.
Altro che miracolo… questa è semplice vergogna a orologeria.
“Genova Experience”
Alla Borsa del Turismo di Genova tutti d’accordo: basta con il turismo balneare e culturale, avanti con l’“outdoor” e le “esperienze”.
Tradotto: meno musei, più pedalate e selfie tra i caruggi.
Il Comune punta sulle “esperienze autentiche”, ma nessuno chiarisce se si intenda la coda in sopraelevata o la ricerca disperata di un parcheggio in centro.
Buyer internazionali entusiasti: “Un’emozione unica! Non capivamo nulla, neanche con Google Maps!”
E così Genova scopre il nuovo turismo esperienziale:
arrivi turista, parti triatleta.
“Binari paralleli” (Raddoppio Fs)
Cinquant’anni d’attesa e finalmente la promessa: “L’opera si farà!”
Il viceministro Rixi lo dice come se stesse annunciando il ritorno del Messia su rotaia.
I sindaci applaudono, qualcuno srotola vecchi rendering ingialliti, altri già chiedono la fermata sotto casa.
Tutti d’accordo — tranne la Coldiretti, che teme più per i campi che per i treni:
“Va bene il progresso, ma non vogliamo che ci passi sopra.”
Raddoppio sì, ma restano i binari paralleli:
da una parte le promesse, dall’altra la realtà.
E nel mezzo, come sempre, un cantiere che non parte… e un treno che non passa.
Dal cimitero ai social: a Carcare i No Vax risorgono… in bacheca comunale
Prima le scritte al cimitero, ora gli insulti online: a Carcare, i No Vax non trovano pace… e non la lasciano trovare nemmeno agli altri.
Il sindaco Mirri, dopo aver condannato le frasi vergate in rosso sui muri del camposanto, si è trovato sommerso da commenti offensivi e fotomontaggi da film di serie B: tra “vaxgenocidi” e “dittature sanitarie”, sembra che l’intelligenza sia finita in lockdown permanente.
Il primo cittadino ora passa al contrattacco con querele alla polizia postale.
Una scelta coraggiosa, ma rischiosa: sui social, ogni querela è come una miccia nel pollaio dei complottisti.
Morale: a Carcare si discute di libertà di parola… ma sempre con la bomboletta in mano.
E intanto, tra un insulto e un post delirante, il rispetto — quello sì — è definitivamente passato a miglior vita.
Rotte calde: da Vado a Misurata, il Reefer Terminal scopre la Libia
Mentre molti porti sognano l’America, Vado Ligure guarda… a Misurata.
Tre navi cariche di rotabili solcheranno il Mediterraneo per collegare la Riviera alla Libia: un asse commerciale che profuma di avventura e un pizzico di nostalgia per i “rapporti speciali” di altri tempi.
La prima a salpare sarà la Lider Trabzon, nome che promette stabilità — almeno finché il mare è calmo e le dogane pure.
A bordo, camion e speranze di rilancio: un traffico che, dicono, “rafforzerà il ruolo internazionale del porto di Vado”.
In effetti, di internazionale c’è tutto: Italia, Libia e un discreto margine d’incertezza politica.
Per ora si parte con entusiasmo: il mare è aperto, il business pure.
Resta solo da capire chi porterà a casa il carico… e chi resterà a galla.
L’affare perfetto: guadagni sicuri (per lei)
Ad Albenga c’era chi prometteva interessi all’8% e sorrisi al 100%.
La broker mostrava grafici, portafogli e piani d’investimento: sembrava Wall Street, era via dei Ponzi.
I soldi dei clienti non finivano in Borsa ma, più comodamente, nell’azienda di famiglia.
Un investimento “a chilometro zero”: risparmiatori locali per spese locali.
Quando qualcuno chiedeva di incassare, lei pagava con i soldi di altri clienti: la versione savonese del gioco delle sedie, ma senza musica e con la Finanza al posto del DJ.
Ora è ai domiciliari: potrà continuare a fare calcoli, ma solo sui punti del supermercato.
Morale della favola: quando qualcuno ti promette l’8%… l’unico rendimento certo è la truffa al quadrato.
Allarme spento per mancanza di personale
In provincia di Savona mancano ottanta vigili del fuoco. E no, non sono andati tutti in ferie: si sono semplicemente estinti per tagli di bilancio.
Nel 2015 erano 300, oggi sono 216. Ma tranquilli: il presidio di Finale, per “alcuni mesi”, resterà aperto.
Un po’ come dire: “Niente paura, l’incendio può aspettare fino a giugno.”
Intanto, si parla di potenziare Albenga: forse con un idrante e mezzo vigile part-time.
Il risultato? Ogni intervento è una corsa contro il tempo… e contro la burocrazia.
Nel frattempo i cittadini, tra un rogo e un’alluvione, imparano la resilienza: accendere candele sì, ma solo con l’estintore a portata di mano.
Il silenzio delle campane
Dieci anni di reclusione per don Andrea Melis, ex preside e parroco a Finale Ligure, condannato per abusi su un chierichetto di dodici anni.
La giudice De Dominicis ha disposto l’interdizione perpetua da qualunque incarico con minori: una misura che arriva tardi, ma suona finalmente come una campana di giustizia.
Per troppo tempo, dietro i muri delle sacrestie e delle istituzioni, la parola “protezione” è stata confusa con “copertura”.
Ora, mentre le vittime diventano adulti con cicatrici invisibili, i colpevoli scoprono che anche l’abito talare può finire nel registro penale.
È la cronaca amara di un Paese che ha imparato a denunciare solo quando il silenzio è diventato insopportabile.
E anche stavolta, a pagare davvero, non sarà la Chiesa, ma la fede di chi ancora crede nella bontà di certi uomini.





