Disparità negli aumenti salariali del Pubblico Impiego: funzioni centrali avvantaggiate, Enti Locali, scuola e sanità in difficoltà

Mentre i dipendenti delle Funzioni Centrali della Pubblica Amministrazione beneficiano di significativi aumenti salariali, i lavoratori degli Enti Locali, della Scuola e della Sanità continuano a subire una perdita del potere d’acquisto, accentuando le disuguaglianze all’interno del settore pubblico.

Il Decreto-legge 25/2025 ha stanziato 190 milioni di euro per incrementare le retribuzioni accessorie dei dipendenti dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio, con aumenti che possono raggiungere fino a 500 euro mensili, pari a un incremento del 20,43% rispetto al 2019.

Negli ultimi anni solo i dipendenti delle amministrazioni centrali hanno beneficiato di aumenti significativi, mentre i lavoratori degli enti locali, della scuola e della sanità continuano a perdere potere d’acquisto.

Questa scelta conferma ancora una volta l’orientamento centralista di un governo che, pur includendo forze politiche che si definiscono “a parole”, autenticamente autonomiste, continua a privilegiare gli enti centrali a scapito di quelli locali. Un’impostazione in totale distonia con i principi di uguaglianza ed efficienza amministrativa, penalizzando territori, servizi e comunità locali, minando nei fatti la credibilità di ogni impegno per una reale autonomia.

Il Patto per il Nord denuncia con forza questa deriva e si presenta come l’unica vera forza del cambiamento del Paese, capace di riportare al centro un’autentica visione federalista, fondata su equità, responsabilità e valorizzazione dei territori”. Lo dichiara Paolo Grimoldi, segretario federale del Patto per il Nord.

Condividi

Lascia un commento