Darsena di Savona: si vende tutto, ma tranquilli, arrivano le “strategie di lungo periodo”

Nella “zona fiore all’occhiello” di Savona si svuotano le vetrine e si riempiono i portali immobiliari.
Bar, ristoranti, supermercati: la Darsena, quella che doveva essere la “porta sul mare”, è diventata la “porta girevole” delle attività in cerca di un compratore disperato

I commercianti lo raccontano al SECOLOXIX che con un ampio articolo scrive di stagioni ridotte all’osso, turisti evaporati come nebbia a mezzogiorno e concorrenza interna che fa a fette un mercato già magro.
Il risultato? Una movida che sopravvive a colpi di aperitivi scontati, schiamazzi notturni, liti in strada e vandalismi sui muri.
Una vitalità notturna che — invece di essere il fiore all’occhiello — si è trasformata nel mal di testa permanente dei residenti e nell’incubo dei pochi imprenditori rimasti.

In questo scenario desolato, arriva la vice sindaca e assessora al Commercio Elisa Di Padova con una valigia carica di terminologia fuffosa e buone intenzioni da dépliant patinato.
Prima mossa: rendere la Darsena “capolinea” delle linee TPL. Tradotto: forse ci si arriverà più facilmente, ma i clienti bisognerà inventarseli comunque.

Poi ecco il fiore all’occhiello del lessico motivazionale: un “piano di formazione” per “rafforzare i muscoli” delle nuove imprese. Se bastasse un po’ di ginnastica verbale per sopravvivere al caro affitti, al vandalismo e alla burocrazia, Savona sarebbe già Miami.
Segue a ruota l’annuncio di “agevolazioni e politiche in via di definizione”, locuzione che, tradotta in lingua corrente, suona come “stiamo ancora pensando a cosa fare”.

Alla voce “soluzioni concrete”, invece, troviamo la grande speranza nella “destagionalizzazione” — termine magico che ogni amministratore ripete come un mantra — e l’organizzazione di “numerosi eventi”: tra un Giovedì di luglio e un Mercato Europeo, si punta a movimentare la zona con fuochi fatui di entusiasmo.
Intanto, i problemi quotidiani — schiamazzi, bottiglie rotte e vetrine danneggiate — rimangono fuori da ogni piano strategico.

Gran finale, il colpo da maestro: la “riqualificazione di Palazzo della Rovere”, che secondo Di Padova “regalerà nuovi scorci” e “nuovi modi di vivere la città”.
Insomma, mentre i commercianti combattono con conti, rumori molesti e atti vandalici, il Comune regala “scorci” e “prospettive”.

La sensazione, tra chi alza ogni mattina la serranda (o prova a venderla), è che servirebbero meno “strategie di lungo periodo” e più soluzioni di immediata sopravvivenza.
Perché prima di “rendere attrattiva la città tutto l’anno”, magari bisognerebbe cominciare dal rendere vivibile la Darsena tutto il giorno… e tutta la notte.

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