Cioccolata amara, silenzi dolci: ecco la nuova sinistra

Una notizia che avrebbe meritato ben altro risalto è passata quasi sotto silenzio, soprattutto nei giornali locali, troppo spesso distratti quando si tratta di toccare i salotti buoni. Fabio Fazio, volto noto della tv e nuovo patron del marchio dolciario Lavoratti 1938, si è ritrovato a dover pagare una multa da oltre centomila euro dopo un controllo dei carabinieri che ha portato al sequestro di alcuni prodotti. Non è la prima volta: già un anno fa aveva dovuto sborsare 60.000 euro per etichette ingannevoli, che vantavano l’uso di ingredienti Dop e Igp in realtà assenti.

Eppure, tranne qualche raro caso, la stampa locale tace. Perché disturbare l’immagine patinata del radical chic che sogna di essere Willy Wonka e propone uova di Pasqua dagli 80 euro in su, pare fino a 350 euro ?

È questa la nuova sinistra che si vuole proporre? Nessun tentativo di costruire una realtà condivisa, territoriale, cooperativa. Nessuna voglia di rimboccarsi le maniche per salvare una tradizione storica con un progetto sostenibile e popolare. Solo boutique del gusto per palati selezionati.

Un intellettuale della vecchia guardia, con coscienza sociale, avrebbe forse provato a salvare l’azienda coinvolgendo i lavoratori, creando una cooperativa autogestita, producendo un cioccolato buono, sano, accessibile, che parlasse alla comunità. Ma i nuovi benpensanti preferiscono offrire brioches – pardon, praline luxury – a chi non ha pane.

E poi ci chiediamo perché la sinistra non parli più al popolo.

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