Cima Montà, il debito fantasma: ATA tace, il Comune spera

Alla fine del 2023, al Comune di Savona era pervenuta una formale diffida da parte di ATA relativa agli oneri di gestione della discarica di Cima Montà. Nella comunicazione si intimava all’amministrazione comunale di provvedere al pagamento di una somma considerevole: 2 milioni e 585mila euro.

La reazione da parte del sindaco e degli assessori Pasquali e Auxilia non si fece attendere. I tre si dissero sconcertati da quella che definirono “una grave e infondata diffida”. L’amministrazione dichiarò di aver immediatamente dato mandato al proprio legale di fiducia per replicare ufficialmente all’atto, cosa che – venne assicurato – fu fatta nella stessa giornata.

Dopo aver acquisito il parere dell’avvocato, il Comune decise di non procedere al pagamento della cifra richiesta da ATA. Una posizione netta, che avrebbe innescato – in un normale contenzioso – una pronta reazione da parte della controparte. E invece, almeno per ora, silenzio assoluto. Nessuna replica ufficiale da ATA. Nessun nuovo atto. Nessuna richiesta di conciliazione o azione giudiziaria. Solo silenzio.

Possibile che ATA si sia “accontentata” delle valutazioni dell’avvocato del Comune? Un atteggiamento insolito, se si considera che la richiesta iniziale di pagamento era stata avanzata con determinazione sia dall’allora direttore Tapparini sia, successivamente, dalla dirigente Ferrando. Due professionisti noti per la loro competenza e serietà: difficile pensare che abbiano lanciato una diffida di tale portata senza basi concrete.

Sono passati diversi mesi, e il debito non è stato inserito nel bilancio comunale. Un’assenza che non è passata inosservata. Nella recente riunione della commissione consiliare, il consigliere Fabio Orsi (PensieroLibero.zero) ha sollevato la questione, chiedendo se ci fossero novità sull’annoso tema di Cima Montà. La risposta dell’assessore è stata lapidaria: “Nessuna novità, nessuna risposta da parte di ATA”, aggiungendo che questo silenzio, a suo giudizio, sarebbe da considerarsi un segnale positivo.

Ma è davvero così? Possiamo interpretare l’assenza di risposta come una rinuncia da parte di ATA? Oppure è solo una calma apparente, destinata a infrangersi più avanti con effetti anche peggiori?

Per ora, nulla è certo. Quel debito, che si aggira come un fantasma contabile, continua ad aleggiare sui conti del Comune, sospeso tra il silenzio degli uffici e le domande inevase della politica.

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