
Dopo anni di promesse, annunci e sogni sfumati, il restyling dello stadio “Valerio Bacigalupo” di Savona sembra finalmente avviato verso la concretezza. Un progetto da 4,5 milioni di euro, articolato in quattro lotti, che prevede il rifacimento del manto sintetico, la messa in sicurezza della tribuna, la sistemazione della gradinata e la demolizione delle curve ormai inagibili.
Un piano imponente, che l’assessore comunale allo Sport Francesco Rossello ha illustrato con toni determinati, rivendicando la coerenza e il lavoro dell’amministrazione…leggi…. Ma, al di là delle autocelebrazioni, un fatto resta incontrovertibile: senza il finanziamento della Regione Liguria, l’opera non sarebbe neppure iniziata.
Perché se oggi si parla di cantieri nell’autunno 2026 e di un’inaugurazione per la stagione sportiva 2027-2028, è solo grazie all’impegno della Regione e al dialogo tra il sindaco Marco Russo e il presidente Marco Bucci, che hanno assicurato la copertura attraverso il Fondo Strategico Regionale.
Senza quei fondi, il Bacigalupo sarebbe rimasto dov’è oggi: un impianto decadente, con tribune pericolanti, infiltrazioni, calcestruzzo corroso e gradinate sbarrate da anni.
Le quattro tappe del restyling
Il progetto, suddiviso in quattro lotti funzionali, mira a restituire allo stadio la piena agibilità e una nuova dignità sportiva:
- Lotto 1 (595 mila euro) – Riguarda il completo rifacimento dell’impiantistica: reti idriche, drenaggi, impianti elettrici, illuminazione e sicurezza antincendio.
- Lotto 2 (870 mila euro) – Interventi strutturali su tribune e gradinate, con opere di consolidamento e impermeabilizzazione per garantire la sicurezza del pubblico.
- Lotto 3 (1,32 milioni) – Demolizione della curva sud e risanamento delle tribune, con verniciature protettive, rifacimenti di giunti e pilastri e smaltimento dei materiali pericolanti.
- Lotto 4 (1,7 milioni) – Rifacimento del manto in erba sintetica, con fondo drenante, irrigazione automatica e certificazioni F.I.G.C. e FIFA Quality Pro.
Un piano ambizioso, che richiede non solo soldi ma anche una visione: quella di uno stadio più moderno, sicuro e multifunzionale, capace di tornare punto di riferimento per il calcio e lo sport cittadino.
Rossello rivendica, ma i meriti veri stanno altrove
L’assessore Rossello non ha mancato, come suo costume, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ricordando i project financing mai arrivati, i “mega concerti” promessi e mai organizzati, le esplorazioni con i droni e le gite ad Altare.
Un elenco ironico di promesse non mantenute, a cui ha contrapposto la concretezza del suo assessorato.
Tuttavia, il vero cambio di passo non nasce a Palazzo Sisto, ma in Piazza De Ferrari, sede della Regione Liguria. È lì che si è deciso di inserire il Bacigalupo nel Fondo strategico, rendendo finalmente possibile un’opera che il Comune da solo non avrebbe mai potuto finanziare.
Perché, come lo stesso Rossello ha ammesso, “non avevamo il finanziamento per intervenire”. Il Comune garantirà un cofinanziamento del 30%, ma la parte più sostanziosa, circa il 70% dell’importo complessivo, arriva da Genova.
Un dato che andrebbe ricordato ogni volta che si parla di “investimenti comunali”: senza la Regione, oggi il Bacigalupo sarebbe ancora chiuso, in balìa delle infiltrazioni e dei piccioni.
Il Savona Calcio? Alla finestra
Nessun investimento, per ora, da parte del Savona Calcio, che pure in passato aveva ipotizzato di contribuire al rifacimento del manto sintetico. La società biancoblù, impegnata nella propria rinascita sportiva e societaria, ha scelto di “orientare altrove i propri sforzi”, come ha spiegato l’assessore.
Una scelta che lascia l’amaro in bocca: perché se da un lato il Comune si carica l’onere dell’investimento pubblico, dall’altro il club che dovrebbe “tornare a casa” non partecipa nemmeno in minima parte al progetto di riqualificazione.
Un cantiere atteso da decenni
L’obiettivo, ambizioso ma non impossibile, è aprire i cantieri nell’autunno del 2026 e tagliare il nastro per la stagione 2027/2028. In mezzo ci sono burocrazia, gare, pareri tecnici, cofinanziamenti e tutte le incognite di un’opera pubblica italiana.
Ma almeno, questa volta, c’è un progetto vero, un finanziamento certo e un cronoprogramma.
E se è giusto riconoscere all’assessore Rossello la determinazione e la capacità di chiudere un iter complesso, è altrettanto doveroso ricordare che il motore di tutto è stata la Regione.
Perché a Savona si può anche parlare di “politica messa sul patibolo”, come dice l’assessore, ma i fatti restano: senza Genova, il Bacigalupo sarebbe ancora un rudere con le porte sbarrate e i sogni in tribuna.





