Autostrade liguri: io c’ero!

La ridente mattina del 7 maggio, avendo poco tempo a disposizione per recarmi nel capoluogo ligure e tornare in tempo ai consigli di classe, decido scelleratamente di utilizzare l’automobile e non, come di mio solito, il treno.  Conscio delle difficoltà viarie, decido di partire da Savona con un’ora e mezza di anticipo, confidando, in questo modo, di potermi permettere addirittura un caffè (rigorosamente all’aperto) prima del mio appuntamento.

Chiacchierando con mia moglie, la discussione scivola su come, una decina di anni fa, recarmi nel medesimo posto avrebbe richiesto al più un’ora, ricerca del posteggio compresa.
Imbocchiamo l’autostrada, senza notare alcun avviso nei pannelli luminosi all’ingresso e, solo dopo qualche chilometro di gimkane tra interminabili ed interminati cantieri, la sorpresa: l’avviso di 13 chilometri di coda a partire da Arenzano!
Tralascio gli apprezzamenti ed i commenti coniati a caldo durante l’ora e mezza impiegata per percorrere una manciata di chilometri, il cui risultato è stato costringermi ad annullare l’appuntamento, a deviare sino a Masone (come se non bastasse, l’uscita di Voltri è stata chiusa) e a tornare indietro, ma non posso esimermi da alcune considerazioni.
Come si può, nel 2021, costringere migliaia di automobilisti e camionisti a restare ostaggio di una strada, senza (fortunatamente) che le interruzioni derivino da eventi accidentali bensì da manutenzioni?
Perché nessuno pagherà per i disagi causati ai tanti utenti e, anzi, gli utenti sono tenuti a pagare il pedaggio?
Come possiamo pensare noi liguri di accogliere turisti, di fare turismo, in queste condizioni?
Come possiamo pensare ad una competitività basata sulla logistica portuale con queste strade e con la consolidata carenza di infrastrutture ferroviarie?
Com’è possibile che, ai tempi dell’università (vent’anni fa) potevo scegliere se andare a Genova col treno in meno di mezz’ora, grazie al mitico Basilea o in auto in meno di un’ora?
Per quale motivo la tratta è ancora in concessione ad ASPI nonostante il clamore e le responsabilità oggettivamente e, ahimè, ben più drammaticamente, riscontrate?
Rilancio a chi di dovere queste osservazioni, in attesa di riscontri che non siano solo vacue parole.
Alessandro Venturelli
Lo scrivente è Consigliere Comunale a Savona
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