Domani, giovedì 16 ottobre, a Genova, presso la sede di Anas, si terrà l’ennesimo incontro sulla tormentata vicenda dell’Aurelia Bis, alla presenza del commissario straordinario Matteo Castiglioni, del vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, dei rappresentanti di Anas e dei sindaci del territorio.
Un appuntamento che molti amministratori definiscono ormai “l’ultimo giro di giostra” prima della resa dei conti su un’opera che da quindici anni rappresenta una ferita aperta per Savona e le due Albisole.
Un’opera infinita e un territorio in ostaggio
Doveva essere il simbolo della modernità infrastrutturale della Liguria, è diventata invece il monumento al fallimento della burocrazia e della politica.
Il cantiere dell’Aurelia Bis – partito nel 2010 – oggi è fermo, bloccato da una lunga sequenza di fallimenti, revoche, concordati, subappalti e controversie giudiziarie.
Dopo la crisi della Cmc di Ravenna, ora tocca alla Ici Italiana Costruzioni, di cui si attende la revoca formale dell’appalto. Nel frattempo, i cittadini vivono tra transenne, rumori, strade chiuse, e un paesaggio devastato da piloni e scavi incompiuti.
Le aree di via Turati e via Schiantapetto a Savona, e di via Ines Negri e Collette ad Albissola, restano un incubo quotidiano: polvere, traffico e degrado urbano permanente.
“Una piccola grande tragedia italiana”, la definisce il sindaco di Albissola Marina Gianluca Nasuti, “un’opera nata male, pensata monca e mai condivisa col territorio. Non ci sono più alibi, si finisca il prima possibile”.
Sindaci impotenti davanti al muro di gomma
Il sindaco di Savona Marco Russo prova a tenere la barra dritta: “Vogliamo sapere perché la revoca dell’appalto non è stata fatta prima, e ottenere un cronoprogramma preciso. Dopo anni di rassicurazioni, ora servono risposte concrete”.
Russo promette anche incontri con i cittadini di Valloria e La Rusca, due quartieri che vivono da anni sotto il peso dei disagi, ma le sue parole suonano sempre più come appelli nel deserto.
Sulla stessa linea Maurizio Garbarini, sindaco di Albisola Superiore: “Serve un aggiornamento serio e continuo sui cantieri. L’opera non risolve tutto, ma è indispensabile per alleggerire il traffico e i problemi di sicurezza”.
Ma tra incontri, dossier e promesse, anche la pazienza dei sindaci comincia a esaurirsi. “Ci tengono buoni con i tavoli tecnici – commenta a microfoni spenti un amministratore savonese – ma la verità è che siamo spettatori impotenti di una farsa senza fine”.
Rixi e Ripamonti, due volti del fallimento politico ligure
Il vice ministro Edoardo Rixi e il senatore Paolo Ripamonti, entrambi liguri e protagonisti politici del dossier infrastrutture, avevano promesso una svolta già un anno fa.
Oggi si trovano a dover spiegare perché nulla è cambiato.
Rixi continua a parlare di “massima attenzione del Ministero”, ma nei fatti l’opera è ferma, senza tempi, senza ditta e senza garanzie di rifinanziamento.
Ripamonti, dal canto suo, prova a difendere la posizione del governo: “Si lavora per sbloccare i nodi tecnici e garantire la ripartenza dei lavori”.
Ma tra il dire e il fare c’è un abisso, e i cittadini di Savona e Albisola non credono più alle parole.
Fonti interne a Palazzo Nervi parlano di fondi PNRR ormai fuori portata, mentre Anas valuta di spacchettare il progetto per renderlo “più appetibile” alle imprese.
Una soluzione che però rischia di far ripartire da zero l’iter amministrativo, allungando ulteriormente i tempi.
La Liguria del cemento e delle attese
L’Aurelia Bis è il simbolo di una Liguria che si promette sviluppo e consegna solo cantieri infiniti e dissesti. Come il Nodo di San Benigno, il Terzo Valico, la Gronda di Genova: opere incompiute o contestate che testimoniano una crisi sistemica nella gestione delle grandi infrastrutture.
Qui, tra Savona e le Albisole, il paradosso è sotto gli occhi di tutti: un cantiere fermo da mesi, e nel frattempo migliaia di auto che intasano ogni giorno il lungomare, tra smog e incidenti.
“Non serve un nuovo cronoprogramma, serve la volontà politica di finire l’opera – dice un ex tecnico Anas – ma tra ricorsi e appalti a basso costo, ogni passo è un pantano”.
La pazienza è finita
Dopo 15 anni di attese, i cittadini non vogliono più sentir parlare di incontri, tavoli e aggiornamenti. Vogliono vedere ruspe che lavorano e cantieri che avanzano, non nuove promesse.
Rixi e Ripamonti dovranno presentarsi a Genova con soluzioni reali, non con lo stesso copione già visto.
Perché se la politica non riesce a sbloccare l’Aurelia Bis, allora è la politica stessa – non l’impresa – ad essere inadempiente.





