Globalizzazione – Lotta all’ultimo gazebo

Globalizzazione – Lotta all’ultimo gazebo
E’ del 9 giugno l’articolo del Secolo XIX che lancia un nuovo allarme sulla situazione occupazionale in Liguria, i dati periodici forniti dall’Istat indicano un miglioramento generalizzato della situazione occupazionale a livello nazionale, mentre per la Liguria risulterebbe un saldo negativo di 20.000 unità rispetto allo stesso trimestre di riferimento del 2016…LEGGI
 

Gli ultimi dati pubblicati sul sito del servizio di statistica della Regione Liguria risalgono al primo trimestre 2015. In questo periodo il numero di disoccupati era pari a circa 68mila unità. Bisogna notare che la Regione non è troppo solerte ad aggiornare questo tipo di informazioni, forse l’elaborazione dei rapporti richiede notevole dispendio di tempo ed energie o la giunta a guida centrodestra non ritiene opportuno diffondere queste notizie. Per omogeneità …
 agli ultimi dati regionali pubblicati, il numero degli iscritti ai centri per l’impiego della Provincia di Savona era di circa 28mila unità, a marzo 2015, mentre la popolazione della provincia si colloca tra il 18% ed il 20% della popolazione della Regione Liguria.

Da quanto illustrato sopra, la Provincia di Savona dal punto di vista occupazionale risulta essere in una situazione drammatica, valutazione confermata anche dal fatto che la rilevazione degli iscritti ai centri per l’impiego è arrivata alla quota di quasi 31mila unità nel maggio 2016, come già discusso nell’articolo dello scorso 29 maggio.

La procedura per l’area di crisi complessa non sembra avere avuto grandi sviluppi.

Ulteriori situazioni di incertezza si sono aggiunte in queste ultime settimane è del 30 maggio la notizia che la Bormioli Rocco, storica vetreria di Altare, sarebbe in vendita….LEGGI

 L’azionista di riferimento della Bormioli Rocco è la holding finanziaria Vision Capital, una società di investimenti con sedi a Londra e New York, partecipazioni industriali e finanziarie in Europa occidentale e Nord America….LEGGI

Altra situazione altrettanto grave è rappresentata dalla “crisi” dei cantieri Mondomarine. L’azienda ha richiesto di poter ricorrere all’utilizzo della cassa integrazione ordinaria a causa di difficoltà, che al momento non sembrerebbero essere state ancora specificate nel dettaglio…LEGGI

E’ di ieri la notizia dell’azione fallimentare intentata verso i cantieri….LEGGI

L’azionista di riferimento di Mondomarine è il l’imprenditore/finanziere/banchiere Alessandro Falciai.

L’acquisto dei cantieri Mondomarine, già in profonda crisi, avvenne nel 2013, l’imprenditore dichiarava a Repubblica: «quando tutti si facevano il segno della croce a sentir parlare di barche, mentre in breve la nautica è tornata in auge, perché è la sintesi di tutte le più alte artigianalità italiane»….LEGGI

Successivamente Falciai ha acquisto i cantieri di Pisa, sempre secondo quanto riportato su Repubblica “Falciai ha promesso «svariate decine di nuove assunzioni», sotto gli occhi lieti del segretario della Cgil pisana Gianfranco Francese, che ha parlato di «gruppo serio e solido animato da grande entusiasmo, sensazioni che provano anche i dipendenti, vogliosi di ricominciare a lavorare dopo cinque anni di fermo».” Un vero idillio tra la CGIL pisana e l’imprenditore/finanziere/banchiere Falciai.

Alessandro Falciai nel novembre 2016 è stato nominato Presidente del gruppo Monte dei Paschi di Siena….LEGGI

I rapporti tra la politica di un po’ tutti i colori ed in particolare ex Pci-Pds-Ds-PD e la banca senese sono ben documentati. I dissesti alle varie banche causati dai rapporti, spesso al limite della legalità e sfociati in numerose inchieste giudiziarie, tra politica mondo degli affari/finanza/banche sono stati pagati dai lavoratori e dai piccoli risparmiatori. Si veda ad esempio….LEGGI

Altrettanto ben documentati sono i rapporti tra il maggiore sindacato italiano (una delle organizzazioni di massa più grandi del mondo) e la politica, in particolare ex PciPds-Ds-PD, rapporti che sicuramente non stanno giovando alla causa dei lavoratori.

Le due aziende di produzione di cui si è parlato sopra, come ormai la maggior parte delle medie e grandi aziende, sono accumunate dal fatto di essere controllate da gruppi finanziari, che hanno le sedi decisionali in luoghi anche molto distanti dalle aziende controllate ed il cui unico scopo è estrarre il maggior profitto possibile dallo sfruttamento del lavoro dei dipendenti. I gruppi finanziari controllanti non si fanno scrupolo a chiudere, vendere o delocalizzare le imprese controllate, se questo può generare maggiore valore per gli azionisti.

Come ha scritto uno che di capitalismo se ne intende “Il capitale aborre la mancanza di profitto o il profitto molto esiguo, come la natura aborre il vuoto. Quando c’è un profitto proporzionato il capitale diventa audace. Garantitegli il 10 per cento, e lo si può impiegare dappertutto; il venti per cento, e diventa vivace; il cinquanta per cento, e diventa veramente temerario; per il cento per cento si mette sotto i piedi tutte le leggi umane.”

Pensiamo che sia possibile cercare di contrastare questi fenomeni mettendo un gazebo davanti al cancello di un azienda quando, per non specificati motivi, l’azienda viene dichiarata in “crisi”?

Probabilmente no. Farlo vuol dire prendere in giro i lavoratori, evidentemente i sindacati savonesi non vogliono dare troppo fastidio ad amici ed amici degli amici, lo spettro del “Fallimento perfetto” si aggira sempre sui lavoratori savonesi.

Per cercare di ottenere qualche risultato, tenuto conto di quanto scritto da chi di capitalismo se ne intende, è necessario mettere in discussione il profitto, allora l’imprenditore/finanziere/banchiere potrebbe pervenire a qualche accordo, un gazebo davanti ad un azienda dichiarata decotta non mette in discussione alcun profitto, e non scontenta compagni, camerati ed amici.

I lavoratori di Mondomarine per ottenere maggiori risultati forse farebbero bene a posizionare il proprio chiosco all’interno della sede del Monte dei Paschi o altra azienda del gruppo Falciai, magari chiedendo anche la solidarietà degli altri lavoratori del gruppo, che potrebbe essere restituita in caso di necessità. Ma questo per i sindacati savonesi sarebbe troppo compromettente.

Della crisi economica non sono certo responsabili i sindacati, ma una classe sindacale che da circa dieci anni non è stata in grado o non ha voluto spiegarne le cause, per mantenere le proprie rendite di posizione, e non scontentare troppo i compagni della politica è poco utile, se non dannosa, alla causa dei lavoratori. Politica che per gli intrecci di cui si è accennato sopra non è certo dalla parte dei lavoratori. La politica, per venire incontro alle richieste del mondo dell’imprenditoria e della finanza, ai lavoratori riserva le leggi Monti-Fornero o il job act.

Per cercare di contrastare questi fenomeni è necessaria una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori ed un sindacato maggiorante strutturato su base europea, capace di coordinare gli sforzi condizionando la politica, senza ricercarne i favori. Ma anche questo per i sindacati savonesi sarebbe altrettanto compromettente.

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