Area di crisi complessa – Piaggio ed il giro delle sette chiese

 Area di crisi complessa – Piaggio ed il giro delle sette chiese

Lunedì 9 ottobre, si è tenuto lo sciopero nazionale di tutti lavoratori dell’Ilva, la maggiore azienda siderurgica italiana. Lo sciopero è stato proclamato per opporsi al piano industriale proposto da Am Investco, il gruppo imprenditoriale finanziario che è stato scelto per rilevare le attività dell’Ilva.

Ricordiamo che le attività del gruppo Ilva, sono presenti anche in provincia di Savona tramite la controllata Sanac di Vado Ligure, azienda che produce materiali refrattari per la siderurgia e che occupa circa 400 addetti in 4 siti di produzione.

L’Ilva è in amministrazione straordinaria dal gennaio 2015 a causa delle vicende giudiziarie dovute ai disastri ambientali prodotti dagli impianti di Taranto, vicende che hanno

 coinvolto la famiglia Riva, precedente azionista di riferimento del gruppo siderurgico, dirigenti degli impianti di Taranto, funzionari pubblici e diversi esponenti politici.

Am Investco Italy è una società i cui soci di riferimento sono il gruppo Marcegaglia per un 15% del capitale e la ArcelorMittal per il restante 85%. ArcelorMittal, nel 2016, con un fatturato di 56,8 miliardi di dollari, 199mila dipendenti, ed utili per 1,8miliardi di dollari con sede nel Lussemburgo è primo gruppo siderurgico a livello mondiale (fonte Fortune Global 500).

Su Fortune Global 500 è catalogata la classifica delle 500 più importanti multinazionali. Come riportato sul sito, queste 500 compagnie hanno generato nel 2016 un fatturato pari a 27.700 miliardi di dollari, utili per 1.500 miliardi di dollari, hanno alle dipendenze 67milioni di occupati e sono presenti in 34 paesi. Secondo questi dati, il gruppo multinazionale medio della lista si attesta su un fatturato pari 55,4 miliardi di dollari ed un numero di dipendenti pari a 134mila.

La prima multinazionale elencata nella classifica Fortune Global 500 è la statunitense Walmart, operante nella grande distribuzione organizzata, con un fatturato di 486miliardi di dollari, 2,3milioni di dipendenti ed utili per 13,6miliardi di dollari nel 2016. Il fatturato di questa grande impresa è paragonabile al prodotto interno lordo di un medio stato. Alcuni esempi: la Polonia ha un PIL di 467miliardi di dollari, il Belgio ha un PIL di 470miliardi di dollari (Fonte FMI). Nel 2016 nella grande distribuzione italiana, le Coop hanno fatturato 14,5miliardi di euro, mentre la Esselunga 7,5miliardi di euro, dei veri nani rispetto ai concorrenti internazionali.

In questa classifica delle grandi multinazionali l’Italia è presente con solo 7 gruppi, che generano complessivamente ricavi per 363miliardi di dollari, pari a circa il 20% del PIL italiano e solo 3 di queste imprese hanno un fatturato superiore a 55,4miliardi di dollari. Ci supera nella lista la Spagna con 7 gruppi con un fatturato complessivo di 365 miliardi di dollari, pari al 29% del PIL spagnolo, ma solo due con fatturato superiore a 55,4miliardi. Francia e Germania sono su un altro pianeta, presenti a pari merito nella graduatoria con 29 società. Le 29 francesi generano un fatturato pari 1.602 miliardi di dollari pari al 64% del PIL francese, mentre quelle germaniche generano un fatturato pari 1.854 miliardi di dollari pari al 53% del PIL tedesco ed entrambe hanno 12 società con fatturato superiore a 55,4miliardi.

[Tabella Fortune Global 

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Tutto ciò a dispetto di buona parte della nostra classe politica cialtrona ed incompetente, che predica che la piccola e la media impresa sono il biglietto di presentazione ed il fiore all’occhiello dell’economia italiana, la realtà è ben diversa. L’interesse primario dell’Italia, sarebbe quello di aiutare le medie aziende a diventare sufficientemente grandi, in modo da poter competere con i pari concorrenti di livello internazionale.

In generale tutti i gruppi economico/finanziari, le cui dimensioni del giro di affari, in alcuni casi paragonabile al PIL o al bilancio di un medio stato, sono il più delle volte antagonisti, ma non di rado anche uniti (recente fusione tra Siemens ed Alstom), nella lotta per spartirsi il mercato esistente e/o conquistarne di nuovi ai danni degli altri rivali, spesso di altre nazioni, al fine di garantire agli azionisti ed ai fondi di investimento, anche controllati dallo stato, lauti dividendi da reinvestire in altre attività economiche e finanziarie.

A questo proposito sono eloquenti le parole pronunciate su un editoriale del The Wall Street Journal il 30 maggio 2017 a firma di H.R. McMaster e Gary D. Cohn, rispettivamente Consigliere per la sicurezza nazionale e direttore del National Economic Council, quindi due delle personalità più influenti dell’amministrazione americana in carica «II mondo non è una “comunità globale” ma un’arena, dove nazioni, attori non governativi e imprese si scontrano e competono per ottenerne vantaggi. Portiamo su questa scena una incomparabile potenza militare, politica, economica, culturale e morale. Piuttosto che negare questa elementare natura degli affari internazionali, noi la facciamo nostra».

Dopo questa parentesi, tornando all’italiana Ilva è chiaro che per garantire un futuro a questa realtà produttiva un po’ malconcia, ma comunque di importanza strategica nazionale, ed affinché possa competere con gli altri gruppi di livello globale garantendo adeguati margini di redditività agli azionisti, è necessario che l’Ilva entri a fare parte di un gruppo con maggiori ramificazioni internazionali. Si tenga conto che il continente asiatico rappresenta il 69% della produzione mondiale di acciaio, contro il 10% della vecchia Europa….LEGGI

Senza giraci troppo intorno, i primi che si devono adattare alle condizioni di lavoro asiatiche per garantire l’adeguato livello di remunerazione agli azionisti di qualsiasi gruppo imprenditoriale, concorrente o meno, gli azionisti sono d’accordo a dire di non essere loro, i sacrifici devono pesare sui lavoratori.

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Hanno fatto bene i lavoratori dell’Ilva a protestare in modo deciso per respingere il piano proposto dalla nuova proprietà, che prevedeva inizialmente, oltre agli esuberi, un azzeramento di tutti i contratti di lavoro in essere, per essere riassunti dalla nuova società con il renziano job act, con l’aggravante dell’azzeramento di tutti i contratti integrativi e delle anzianità di servizio maturate. Anni di lotte e sacrifici per migliorare le proprie condizioni di vita, vanificati al cospetto del profitto.

Sul fronte genovese di questa vertenza è da sottolineare la solidarietà dimostrata dai lavoratori di altre aziende (es. Ansaldo STS, Selex) ed altre categorie quali vigili del fuoco e portuali.

Bellanova

La grande partecipazione allo sciopero ha fatto sì che la trattativa sia stata al momento sospesa, vista l’irricevibilità della proposta iniziale. Al termine della giornata il vice ministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova (PD – ex CGIL) ha dichiarato: “subito dopo le informazioni rese note al tavolo di trattativa dal Governo, abbiamo chiesto all’azienda di rivedere i termini della proposta perché riteniamo possibile l’individuazione di margini che rendano credibile e fattibile la trattativa con le parti sociali, e diano all’Ilva e alla siderurgia italiana le garanzie necessarie a tutela del lavoro, dei lavoratori, dei territori coinvolti, dell’ambiente, di una produzione di qualità”….LEGGI

Non sarà l’esito di una prima battaglia a decidere la conclusione di tutta la vertenza, che sicuramente si prospetterà ancora lunga e dall’esito non scontato, ma i lavoratori dell’Ilva, con la solidarietà ricevuta, hanno dimostrato di non subire passivamente “l‘arena, dove nazioni, attori non governativi e imprese si scontrano e competono per ottenerne vantaggi”. Vantaggi chiaramente ottenuti a danno dei lavoratori e delle categorie più deboli.

Sul fronte savonese della nostra regione, dove la situazione economico/lavorativa è sempre precaria, la vertenza Piaggio Aerospace è “ormai oltre il limite della sostenibilità” come dichiarato dalle segreterie sindacali savonesi.

Drammatica la dichiarazione rilasciata da Lorenzo Ferraro, segretario FIOM-CGIL Savona, il 13-10-2017 a Savonanews: “Stamane siamo andati con le RSU dal Prefetto per sollecitare un incontro al ministero. Siamo in una situazione di non ritorno, le voci che si susseguono non ci permettono di fare chiarezza sul quadro generale e di proseguire nel nostro percorso con serenità”….LEGGI

Solo il 28 settembre scorso circa 40 lavoratori della Piaggio hanno fatto uno sciopero spontaneo, certamente esasperati dalla perenne situazione di incertezza, dopo le voci di un possibile spacchettamento dell’azienda con la vendita del ramo che produce jet executive ad un gruppo statale cinese.

 
Boetto – Martinazzi – Ferraro

Da un commento che si può leggere sulla pagina Facebook della CGIL Savonese, dove un lavoratore ha sollecitato una maggiore decisione nell’affrontare le varie vertenze aperte, pare che un componente della segreteria FIOM-CGIL Savona, Paola Boetto, nonché delegato sindacale della Piaggio Aerospace, abbia risposto tra l’altro che non dorma sonni tranquilli dal lontano 1991. Altrettanto seccata la risposta di un altro componente della segreteria Fiom di Savona, Bruno Martinazzi, ma entrambe le risposte non sembrano entrare nel merito dei quesiti posti dal lavoratore. Addirittura i propri insuccessi verrebbero ascritti al fatto che quanto proposto è stato in ogni modo approvato dalle assemblee dei lavoratori con ampissime maggioranze, evidentemente i due sindacalisti hanno imparato il mestiere da un tale Pilato.

Forse dopo 26 anni di insonnia sarebbe opportuno trovare una soluzione, le rappresentanze sindacali Piaggio ci hanno provato nuovamente lunedì 16 ottobre con i parlamentari Anna Giacobbe (PD – commissione lavoro – ex CGIL) e l’albenganese Franco Vazio (PD – commissione giustizia – avvocato – ex PSI) nell’ennesimo incontro istituzionale presso la sede del Comune di Villanova d’Albenga. I due parlamentari avrebbero assicurato il pieno impegno del Governo nella soluzione della vertenza. Da questo incontro l’uovo di Colombo delle rappresentanze sindacali è che dopo anni di lotte, accordi, trasferimenti i lavoratori vogliono vedere soluzioni industriali che non prevedano spacchettamenti, mentre per il sindaco di Villanova è necessario il rispetto degli accordi pattuiti a livello istituzionale.

Nel far fare il giro delle sette chiese ai lavoratori, i sindacati savonesi sono davvero ineguagliabili.

Giacobbe – Basso – Vazio

Si fa notare che i lavoratori di Piaggio hanno perso una buona occasione per accodarsi in solidarietà ai lavoratori dell’Ilva, per richiedere eventualmente a loro volta la solidarietà nella loro vertenza, vista anche una sede genovese della Piaggio, ora chiusa. È però ben risaputo che a Savona in tempi di campagna elettorale, si predilige affrontare le vertenze lavorative con l’incomparabile potenza di dissuasione, politica, economica, culturale e morale che i parlamentari locali sono in grado dispiegare nel comune di Villanova o al massimo a Roma, con qualche interrogazione parlamentare. Peccato però che le decisioni su Piaggio Aerospace le prendano i fondi di investimento guidati dagli sceicchi arabi.

Ricordiamo che l’interrogazione a risposta in commissione 5/10169 sull’iter procedurale dell’area di crisi complessa del savonese presentata in data 21/12/2016, l’interrogazione 5/10555 specifica per la situazione di Piaggio Aerospace presentata in data 13/02/2017, l’interrogazione 5/12247 sulla vertenza Mondomarine presentata in data 21/09/2017 tutte a firma Vazio, Giacobbe risulterebbero ancora oggi pendenti.

Su Piaggio Aerospace pende un’ulteriore interrogazione a risposta orale 3/03197 a firma Lorenzo Basso (PD) ed Anna Giacobbe (PD) del 28/07/2017 a cui è stata sollecitata una risposta, dopo la lunga pausa estiva, il 28/09/2017, ma lo stato dell’iter non sembra aver avuto avanzamenti significativi.

La potenza di dissuasione politica dei parlamentari liguri del PD con armi convenzionali a base di interrogazioni parlamentari sul governo amico è notevole, meno chiari sono i vantaggi che ne hanno tratto ad oggi i lavoratori interessati, visto che la prima di queste interrogazioni attende risposta dal Natale 2016.

Comunque la quantità di interrogazioni presentate dai parlamentari liguri del PD su Piaggio Aerospace è notevole, la 5/08426 dell’aprile 2016 ha richiesto un tempo di replica da parte del Governo di un solo giorno. Tra l’altro nella risposta del governo si fa riferimento “alla costante e massima attenzione per la salvaguardia dei livelli occupazionali” vedremo se sarà così.

Nella provincia ligure maglia nera per l’occupazione, anche il presidio di sabato 14 ottobre dinnanzi alla prefettura di Savona non sembra aver conseguito una grande adesione tra i lavoratori, malgrado che tra le tante rivendicazioni vi fosse la richiesta di più risorse sia per l’occupazione giovanile sia per gli ammortizzatori sociali. “Si tratta di una iniziativa che si svolge in tutte le piazze italiane davanti alle Prefetture, dove Cgil, Cisl e Uil rappresentano un fronte comune sui grandi temi che sono all’ordine del giorno nel grande confronto con il Governo” questa è la dichiarazione rilasciata a Savonanews da Giulia Stella segretario generale della Cgil di Savona.

Pasa e Stella al presidio di sabato 14 ottobre

Il sabato mattina si preferisce dormire tutti qualche ora in più, quindi anche i lavoratori hanno le loro colpe, forse per l’importanza delle problematiche sarebbe stata necessaria una mobilitazione in un giorno lavorativo, il sabato si crea poco disagio pertanto l’eco di questa mobilitazione è stato limitato. Un po’ più di organizzazione, per portare in piazza un maggior numero di persone, sarebbe stata necessaria.

Dal segretario provinciale Cgil Andrea Pasa con delega all’organizzazione di una delle organizzazioni di massa più grandi al mondo, nonché ultimamente bodyguard del segretario generale Stella, e suo probabile successore alla segreteria generale della CGIL savonese, un maggiore impegno per sensibilizzare qualche lavoratore in più da portare in piazza lo si poteva esigere, magari organizzando qualche assemblea nelle maggiori realtà produttive della provincia, anche per fare dimenticare gli anni deludenti alla guida dei metalmeccanici savonesi.

La manifestazione con corteo del pomeriggio di sabato 14 ottobre contro i fascismi, ha avuto maggiori adesioni. La Stampa del 15-10-2017 fa notare che sono state poche le critiche rivolte agli assenti (PD e sindacati confederali), peraltro neanche menzionati dagli organizzatori e dalle forze politiche presenti. Ma alcuni hanno partecipato a titolo personale.

In un mondo che non è una “comunità globale” ma un’arena, dove nazioni, attori non governativi e imprese si scontrano e competono per ottenerne vantaggi, vantaggi che sono evidentemente estranei alla maggior parte dei cittadini ed in particolare ai lavoratori salariati, che spesso sono vittime di questa competizione per il profitto, che provoca numerosi effetti collaterali quali ad esempio la delocalizzazione, gli spacchettamenti di aziende e la conseguente perdita di posti di lavoro, le migrazioni che ne derivano, che di fatto generano una guerra tra poveri. Fenomeni a cui buona parte della nostra classe politica pasticciona cerca di porre rimedio con soluzioni che la storia ha già dimostrato essere perdenti, sono tra le cause del riproporsi di questi nuovi fascismi e populismi.

Nuovi fascismi che in primo luogo andrebbero combattuti sui luoghi di lavoro mettendo in campo un’organizzazione in grado di fornire gli strumenti necessari a comprenderne le cause.

A chi non dovesse dormire sonni tranquilli da 26 anni per la situazione di incertezza in cui vive, si consiglia una bella camomilla prima di coricarsi, forse può essere di aiuto per riflettere in modo più sereno nella ricerca di qualche originale uovo di Colombo.

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