Savona. Si avvia verso l’epilogo l’inchiesta sulle presunte tangenti per gli appalti del verde pubblico alla Provincia di Savona. Dopo mesi di indagini, intercettazioni e verifiche sui cantieri, il procedimento sembra destinato a chiudersi con diversi patteggiamenti.
Nell’udienza preliminare che si è tenuta ieri davanti al Gup del Tribunale di Savona, gli avvocati di quasi tutti gli indagati hanno espresso la volontà di definire la vicenda con un accordo sulla pena. Unica eccezione, per ora, i fratelli Giuseppe e Luigi De Grecis, titolari della ditta pugliese De Grecis Cos.E.Ma.Verde srl, per i quali non è ancora stata raggiunta un’intesa.
Tra gli imputati figurano anche Andrea Tessitore, responsabile dell’ufficio manutenzioni di Palazzo Nervi; Claudio Sardo, capo cantoniere; Roberto Bottazzi, geometra della Provincia; e l’imprenditore barese Giuseppe Rizzi, amministratore di fatto della Green srl. Quest’ultima società, insieme alla De Grecis, è al centro del presunto sistema di favori e false attestazioni che avrebbe riguardato l’appalto per lo sfalcio dell’erba lungo le strade provinciali nel 2024, del valore di circa 319 mila euro.
Secondo la Procura, che ha coordinato l’indagine attraverso il pubblico ministero Luca Traversa, due dei dodici lotti dell’appalto sarebbero stati assegnati in modo irregolare: uno direttamente alla Green e l’altro a una ditta “prestanome”, la De Grecis, che in realtà non avrebbe mai eseguito i lavori. Nonostante ciò, i documenti ufficiali attestavano la regolare esecuzione degli interventi.
A firmarli, secondo gli inquirenti, sarebbero stati proprio i funzionari provinciali ora indagati. In alcuni casi, gli stessi uomini e mezzi della Provincia avrebbero eseguito parte dei lavori che spettavano alle ditte aggiudicatarie.
Nel corso dell’udienza, è arrivata anche una mossa a sorpresa: i legali della Provincia di Savona hanno formalmente citato la ditta De Grecis Cos.E.Ma.Verde per rispondere dei danni causati dai lavori mai effettuati o non conformi. Un’iniziativa che sposta la vicenda anche sul piano civile, nella speranza di recuperare parte delle somme pubbliche spese inutilmente.
Il giudice ha rinviato tutto al 14 novembre, data in cui verranno ufficializzati i patteggiamenti e definita la posizione delle imprese coinvolte.
L’inchiesta, avviata oltre un anno fa dalla Squadra Mobile di Savona, ha svelato un meccanismo di favori, omissioni e certificazioni fasulle che ha scosso ancora una volta gli uffici di Palazzo Nervi, già travolti in passato da altre inchieste.
Una pagina amara per l’amministrazione provinciale, che ora cerca di limitare i danni d’immagine e finanziari. Ma al di là dei singoli nomi, resta un interrogativo più profondo: come è possibile che in un ente pubblico si possa ancora truccare una gara d’appalto per il taglio dell’erba senza che nessuno se ne accorga?





