A Celle i pini disturbano il decoro urbano: via libera alla motosega, l’agronomo non serve più

Ci sono riusciti. Gli “eliminatori di pini” ce l’hanno fatta. Con tenacia, con metodo, e – diciamolo pure – con una certa furbizia burocratica. A Celle Ligure, il piano per far fuori i pini dei giardini scolastici è ormai realtà. Nonostante una perizia agronomica che ne certificava la buona salute, i pini sono stati condannati. La scienza? Superata. Il buon senso? Archiviato. La cittadinanza? Ignorata.

La storia ha dell’incredibile, se non fosse l’ennesimo caso di “riqualificazione” che puzza di scempio. L’amministrazione, insoddisfatta della prima perizia – evidentemente troppo sincera – ha pensato bene di commissionarne una seconda. Ma anche quella si è arenata: sospesa per misteriose ragioni.  E così, per sbloccare la situazione, si è deciso di saltare il passaggio dell’agronomo. Problema risolto: si dichiara unilateralmente che “i pini sono vetusti e pericolosi per la pubblica incolumità” e zac, abbattimento legittimato.

Naturalmente, il tutto viene condito con la solita minestra riscaldata della “riqualificazione dell’area”: un campo polivalente, pavimentazioni in gomma, giochi nuovi (ma c’erano già), gazebo, bagni accessibili, pergolati, fontanelle, cestini. E per rimpiazzare l’ombra naturale e fresca dei pini? Acacie. Che, si sa, con le radici profonde due dita e l’ombra simbolica, saranno perfette per il futuro tropicale delle scuole italiane.

Il costo dell’operazione è di 440mila euro. Una bella cifra, ma si sa: il cemento costa, il verde vero disturba. L’aria condizionata la pagano le famiglie, l’ombra la toglie il Comune.

La retorica del “parco inclusivo” e del “gioco per tutte le età” serve da foglia di fico per un’operazione discutibile, dove la sicurezza viene brandita come clava per zittire ogni dissenso. Si può abbattere un albero sano? Certo, basta dire che è pericoloso. Basta che lo dica qualcuno, non importa se non è un tecnico.

A Celle, oggi, si insegna ai bambini che si può radere al suolo un giardino per farne un parco giochi. Si insegna che gli alberi si abbattono, non si curano. Che l’ombra vera è superata, e che per una buona area giochi, il verde è solo un optional.

Benvenuti nel paese dove si taglia prima, si valuta poi. E il rispetto per la natura… quello lo mettiamo nel cestino. In uno di quelli previsti.

Condividi

Lascia un commento