Era stato un segnale politicamente allarmante per la giunta Russo: nei quartieri di Zinola e Legino – aree che avevano dato un contributo decisivo alla vittoria del centrosinistra alle ultime elezioni comunali – si era accesa una protesta spontanea contro il nuovo sistema di raccolta rifiuti porta a porta. Una quindicina di giorni fa erano sorti veri e propri punti di raccolta firme, simbolo di un fermento civico che andava oltre la semplice lamentela.
La raccolta aveva preso subito piede, in particolare a Zinola, dove il Bar della Società SMS Zinolese si era trasformato in un centro di mobilitazione, raccogliendo in breve tempo un centinaio di firme. Un bel segnale di partecipazione dal basso. Tuttavia, qualcosa si è improvvisamente inceppato.
Con grande sorpresa dei cittadini intenzionati a firmare, e con lo sconforto dei giovani volontari incaricati di registrare i nominativi, la raccolta è stata sospesa senza alcuna spiegazione ufficiale. Un’interruzione tanto improvvisa quanto inspiegabile, che ha lasciato spazio a numerose voci di corridoio.
Tra i cittadini e tra alcuni promotori dell’iniziativa si racconta di pressioni esterne: esponenti della maggioranza comunale si sarebbero presentati per chiedere “spiegazioni” sul senso e sulle modalità della raccolta firme.
Di più non trapela ufficialmente, ma la situazione è tesa. Da Zinola arriva la conferma che i responsabili incaricati di gestire la raccolta nei vari punti sono stati invitati a ritirare urgentemente le firme già raccolte, con l’indicazione che non sarebbe stato possibile proseguirne la raccolta.
Sicuramente se ne saprà di più martedì in Consiglio comunale, dove sarà discussa la mozione presentata dalla minoranza. Sarà quella l’occasione per capire se davvero, dietro il silenzioso stop a Zinola della protesta, si nascondano pressioni politiche. E se chi amministra la città ritenga normale che un’iniziativa civica, pacifica e legittima, venga interrotta senza una parola di chiarimento.
