Vado Viva con Caviglia

Puntualmente, ad ogni occasione importante, dalle pagine de Il Secolo XIX Roberto Onofrio onora Vado della sua attenzione.
Lo ha fatto in occasione della consultazione popolare quando ha accusato il sindaco Giacobbe di “malinteso senso della democrazia partecipativa”, di “profonda incapacità decisionale”.
Lo ha fatto
Puntualmente, ad ogni occasione importante, dalle pagine de Il Secolo XIX, Roberto Onofrio onora Vado della sua attenzione.
Lo ha fatto in occasione della consultazione popolare quando ha accusato il sindaco Giacobbe di “malinteso senso della democrazia partecipativa”, di “profonda incapacità decisionale”. Lo ha fatto ….

 … in occasione della nostra vittoria alle elezioni comunali del 2009, quando ha espresso preoccupazioni per il futuro di Vado e “per tutto l’indotto economico, logistico, infrastrutturale che da quella piattaforma dipende”. Allora, benché tardivamente, Il Secolo dichiarò di voler dar vita ad un dibattito che, guarda caso, si sarebbe poi fermato alla sola carrellata dei sì alla piattaforma, senza spazio di contraddittorio.
Lo ha fatto di nuovo sabato scorso.
..LEGGI… in occasione del via libera al progetto piattaforma in sede di conferenza deliberante. 
 

Ma invece di cantare vittoria per un voto pressoché unanime, ha replicato alla resistenza annunciata da Caviglia accusandolo di guidare una lista di slogan, insinuando il dubbio di divergenze all’interno della Giunta vadese, in particolare con suo il vice che sarebbe sostenitrice di diverse non meglio precisate posizioni.

Magari conoscessimo altre “visioni strategiche e diplomatiche” per opporci alla piattaforma!  Ne conosciamo solo due, quelle che compaiono sul nostro programma elettorale: i ricorsi legali e la mobilitazione della cittadinanza.

In realtà non esiste alcun disaccordo all’interno della giunta che governa la città di Vado, tant’è che nessuna pur pallida prova è portata a sostegno dell’affermazione; ma che importa… essenziale è provare a seminare discordia e a far intravedere tradimenti imminenti.

Noi siamo una vera coalizione, non siamo divorati da guerre intestine perché non abbiamo interessi privati da difendere.

Tutti quegli inutili  trionfalismi dopo la seduta deliberante sulla piattaforma (l’esito era scontato già dal 28 luglio 2008) rivelano soltanto l’interesse a disinformare e  a gettare discredito per tentare di scardinare il sostegno convinto che i vadesi danno a questa Amministrazione, e che è il principale fattore della sua forza.

Con ciò Il Secolo abdica alla sua primaria funzione di informare. È vero che “proporre antitesi” spesso è controproducente, ma quale contributo ha dato il quotidiano per evitarlo?

Ha controllato i dati a sostegno dello sviluppo? (Quale, quanta occupazione e riservata a quali fasce?)

Ha verificato se davvero il progetto “è stato progressivamente limato e migliorato”?

Ha controllato in che cosa consista la sbandierata validazione da parte del RINA dei traffici previsti da Maersk?

Ha informato del fatto che la piattaforma è pagata per almeno 300 milioni con soldi pubblici, a fronte di una concessione addirittura di cinquant’anni  alla Maersk ? E che, ad oggi, le banche non hanno ancora firmato alcunché?

Ha controllato la fondatezza delle nostre circostanziate denunce di non rispetto di patti e prescrizioni relativi al progetto?

Ha spiegato i motivi per cui Caviglia preannuncia la rivolta? Non perché la piattaforma si farà, ma perché si farebbe senza le contropartite che tutti i nostri avversari, Il Secolo compreso, sostengono conquistate per Vado.

Si continua a parlare di cieco ambientalismo, di posizioni pregiudiziali, di “fronte del no” riferendosi a noi vadesi che siamo stati protagonisti della storia delle rivendicazioni del movimento operaio e sindacale,  ma che ci siamo poi appiattiti a dire sempre e solo sì, acquiescenti e fiduciosi nei confronti dei nostri Amministratori.

Al momento della nostra vittoria, forse non è caduta la roccaforte rossa come è stato scritto. Forse Vado  si è dimostrata di nuovo capace di  tener vive le istanze di una sinistra che, orfana di ideali, nulla ha da contrapporre all’invadente destra, se non slogan autoreferenziali e posizioni di retroguardia.

In questo cammino di emancipazione della comunità vadese, l’informazione de Il Secolo XIX non ha svolto né sta  svolgendo correttamente la sua funzione istituzionale.

 

Gruppo  Consiliare Vado Viva con Caviglia  

 

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