Bombardier – Sarà un nuovo fallimento perfetto?

Bombardier – Sarà un nuovo fallimento perfetto?
In una recente assemblea sindacale, tenutasi nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure, pare che i sindacati savonesi, non abbiano fornito ai lavoratori adeguati chiarimenti sulle strategie da adottare, per traghettare lo stabilimento per la produzione di materiale rotabile fuori dallo stato di crisi. Crisi che perdura dall’estate del 2016, quando furono annunciati oltre 100 esuberi.
Non sarebbe la prima volta, per i lavoratori di Bombardier, che un’assemblea sindacale  o i soliti comunicati stampa si concludono sostanzialmente con un nulla di fatto. (LEGGI)
Dal canto loro, i lavoratori di Bombardier, non sembrano neanche essere troppo propositivi, subendo di volta in volta passivamente quanto proposto e messo ai voti dai tranquilli sindacati savonesi.

Probabilmente, i lavoratori di Bombardier, negli anni passati sono stati abituati che una soluzione, magari calata dall’alto, si è sempre trovata, per cui non si capacitano troppo del fatto che la vertenza non si riesca a sbloccare. Per questo motivo, i lavoratori hanno perso l’abitudine alle rivendicazioni ed a portare il proprio disagio sociale nelle piazze, cosa che avveniva regolarmente solo fino a 4-5 anni fa. (LEGGI) 

I tranquilli sindacati savonesi ormai trasformatisi in uffici burocratici per disbrigare le pratiche delle dichiarazioni sui redditi, o le domande sull’amianto, non paiono propensi a fornire soluzioni troppo impegnative. Il massimo che si possa pensare di ottenere è un comunicato stampa, come quello comparso sul Secolo XIX del 4 giugno 2018. 

Come si può capire leggendo l’articolo del Secolo XIX, la strategia è sempre quella di attendere gli sviluppi futuri del quadro politico, nella speranza che qualche soluzione venga fatta, appunto, cadere dall’alto, senza più nessuna manifestazione di disagio sociale da parte dei lavoratori. I metalmeccanici ne sono l’esempio più evidente.

In Bombardier, dove la Fiom CGIL è il sindacato più rappresentativo, pare, tra l’altro, che quest’anno pur avendo vinto la gara per le 125 locomotive merci, anche se non risolutiva per dare continuità produttiva per lungo periodo, i sindacati e la RSU non abbiano ancora trattato il premio di produzione per l’anno 2018. Probabilmente i nostri sindacalisti sono impegnati su più fronti, ad occupare le poltrone dei vari comitati provinciali e qualcosa alla fine sfugge. (LEGGI)

Per Bombardier, il secondo anno di cassa integrazione terminerà a fine novembre 2018, e la commessa delle 125 locomotive merci, da sola, non sarà sufficiente a garantire carichi di lavoro tali da escludere ulteriori nuovi licenziamenti, allo scadere degli ammortizzatori sociali.

Bisogna però notare che il mercato ferroviario italiano sta vivendo un periodo di grandi investimenti, ed i concorrenti di Bombardier riescono ad acquisire sempre nuove ed importanti commesse, mentre a Bombardier vengono lasciate le briciole (LEGGI).

Visto che la politica nelle commesse ferroviarie pare giocare un ruolo importante, a qualcuno potrebbe risultare conveniente ridimensionare un possibile costruttore a vantaggio di altri. In questo caso i sindacati (come quelli savonesi) che non riescono a condurre le proprie battaglie in modo indipendente dalla politica, non è detto che perseguano fino in fondo gli interessi dei lavoratori.

Di fallimenti perfetti a Savona se sono già visti già visti diversi, auguriamoci che questa fine non tocchi anche allo stabilimento Bombardier, nel caso non si riesca a trovare una soluzione per garantire carichi di lavoro adeguati.

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