Uniti per la Salute in merito all’udienza nel  processo per disastro ambientale e sanitario

In merito alla udienza odierna nel  processo per disastro ambientale e sanitario colposo relativo alla centrale di Vado Ligure nel quale sono a giudizio ventisei persone tra manager ed ex manager di Tirreno Power si ritiene doveroso precisare quanto riteniamo sostanziale e punto centrale. Dopo una complessa prolusione di un legale della difesa, alla sua precisa domanda riassuntiva se il teste Mazzoni potesse dichiarare che la soluzione dello SME a camino (prescrizione dell’ AIA 2012 n.d.r.) non fosse tecnicamente corretta, il teste Mazzoni ha dato come risposta un no secco e categorico.
Ad ulteriore domanda sulla non rappresentatività della misurazione a camino, il teste ha nuovamente risposto con un no deciso.
Si ricorda che la prescrizione aia 2012 prevedeva che SME a camino non andasse a sostituire le apparecchiature sul condotto orizzontale, ma ad aggiungersi ad esse, evidentemente come ulteriore garanzia.
Si ricorda altresì che il teste, a domande sulla questione lichenica, ha ribadito di non essere un biologo.
Per quanto riguarda la precedente testimonianza della dott. Minervini ( già dirigente del settore ambiente della Regione Liguria) si ribadisce che la stessa ha confermato che nel maggio 2014, successivamente al sequestro dei gruppi a carbone, si è sentita letteralmente “presa per i fondelli” dall’azienda che, improvvisamente e contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, presentava un piano che, fin da subito e con semplici interventi di manutenzione, prevedeva di contenere le emissioni di SO2 di quasi la metà rispetto a quanto autorizzato in sede di AIA del 2012 e di ridurre significativamente anche le emissioni di NOx e CO. Ha ribadito inoltre che riteneva inattendibili i sistemi di monitoraggio delle emissioni – SME – adottati dall’azienda (non a camino) e non veritieri i dati sulle emissioni di polveri.
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