
C’è un’Italia minore che racconta molto della qualità della politica, e Savona ne è spesso un laboratorio perfetto. Basta leggere l’interessante articolo de La Stampa dedicato allo stato degli stadi della provincia per ritrovare, senza troppi giri di parole, l’ennesima conferma: il sindaco Russo ha sbagliato completamente la nomina dell’assessore allo sport.
Francesco Rossello, ex sindacalista CGIL, è stato messo a gestire lo sport savonese senza alcuna competenza specifica. E i risultati si vedono – anzi, si vivono, o meglio non si vivono, vista la situazione degli impianti. Su tutti spicca il caso simbolico dello Stadio Bacigalupo, un impianto che potrebbe essere il cuore dello sport cittadino e che invece è da anni un cantiere aperto… senza i lavori.
Il Bacigalupo è stato riaperto per un breve e simbolico respiro l’8 dicembre 2024, dopo quattro anni di chiusura, solo per richiudere tutto tre mesi dopo, il 2 marzo 2025, causa infiltrazioni nella parte più vecchia della tribuna est. La perizia per la certificazione statica è stata impietosa: degrado avanzato delle gradinate, problemi alle condutture, torri faro, impianti antincendio. Accesso vietato al pubblico. Nel frattempo, Rossello annuncia, dichiara, prende tempo. Ma il campo resta desolatamente vuoto.
A contrasto con questa gestione, basta guardare a pochi chilometri da Savona per scoprire cosa significa amministrare lo sport con competenza e passione. Lo Stadio Picasso di Quiliano è un modello di efficienza, cura e attenzione. Manto sintetico sempre in ordine, lavori puntuali, accessibilità migliorata per le persone disabili, luci a LED, parapetti rialzati per la sicurezza.
Chi guida questo piccolo miracolo sportivo? Aureliano Pastorelli: presidente della Polisportiva Quilianese, presidente della Consulta dello Sport del Comune di Savona e, ironia delle ironie, anche consigliere comunale. In pratica, il vero assessore ombra che opera – senza delega, ma con risultati concreti – per lo sport savonese.
Ma sarebbe ingiusto non riconoscere anche il ruolo fondamentale giocato dall’amministrazione comunale di Quiliano, che negli anni ha saputo accompagnare e sostenere concretamente le esigenze delle realtà sportive locali. Un’amministrazione che investe regolarmente sugli impianti, che ascolta le società del territorio, che collabora invece di calare decisioni dall’alto. Una politica dello sport fatta di presenza e pragmatismo, non di passerelle o comunicati.
È evidente a tutti, tranne a chi siede a Palazzo Sisto, che Pastorelli sarebbe stata la scelta naturale per l’assessorato allo sport. Ma la politica, si sa, spesso segue logiche autoreferenziali, di fedeltà interna e di correnti, non certo di merito o risultati.
E così, mentre i ragazzi savonesi restano senza uno stadio agibile, mentre lo sport cittadino annaspa tra burocrazia, degrado e proclami, altrove – con meno risorse e più idee – si dimostra che un’altra gestione è possibile.
L’unica cosa che resta da sperare è che qualcuno, prima o poi, se ne accorga. Magari prima delle prossime elezioni.