Nel Consiglio Comunale di ieri, la maggioranza ha dato prova di un curioso talento: quello di occuparsi di ciò che non compete loro, ignorando ciò che invece dovrebbero affrontare quotidianamente per mandato e dovere istituzionale. Anziché occuparsi del degrado dei quartieri, della crisi della raccolta rifiuti, della situazione del trasporto pubblico o dei disagi dei cittadini, hanno preferito sollevarsi sulle vette della politica internazionale, bacchettando l’opposizione e trasformando un ordine del giorno su Gaza in uno strumento di propaganda ideologica.
Ma a mettere i puntini sulle “i” ci ha pensato il consigliere Fabio Orsi (Pensierolibero.Zero), che con una replica puntuale e tagliente ha restituito alla maggioranza una lezione non tanto di geopolitica, quanto di senso del limite istituzionale.
Orsi ha ricordato che la famosa mozione sulla tragedia palestinese – condivisibile nel merito – è stata redatta escludendo deliberatamente parte dell’opposizione, con un comportamento che lui stesso ha definito “ideologico e strumentale”. “Se volevano un documento condiviso – ha detto – lo si scrive insieme. Così si fa, quando si vuole davvero costruire una posizione comune”.
L’attacco di Orsi ha centrato il cuore della questione: l’uso politico di una tragedia umanitaria per colpire gli avversari interni, anziché cercare una reale e unitaria solidarietà istituzionale. Il documento, secondo Orsi, è stato offerto unicamente al M5S e non al suo gruppo né ad altri dell’opposizione. Un’esclusione premeditata, che smentisce la retorica unitaria sbandierata a mezzo stampa.
E qui arriva il colpo più duro: il consigliere ha sottolineato come l’ordine del giorno contenesse richieste tanto roboanti quanto improprie, come l’invito alla Regione di interrompere rapporti con uno Stato sovrano, o al Governo nazionale di bloccare attività commerciali di aziende private, magari quotate in borsa. “È la dimostrazione – afferma – che non si conosce nemmeno l’ABC del ruolo delle istituzioni. È pura propaganda ad orologeria.”
Parole nette, che pongono una questione tutt’altro che marginale: può un Consiglio comunale trasformarsi in un’arena di geopolitica militante, mentre la città soffre su questioni molto più concrete e urgenti? Dove sono i documenti sulla crisi SEA-S, sull’emergenza rifiuti, sulla sicurezza urbana, sulle periferie dimenticate?
Nel finale, Orsi ha anche ironizzato sul risveglio letterario di alcuni consiglieri del Patto per Savona, raramente protagonisti nei lavori consiliari, ma “molto abili di penna” quando si tratta di scrivere editoriali morali sulla pace nel mondo.
La polemica, insomma, è destinata a durare. Ma a Savona – dove le strade si sgretolano, la viabilità e nel caos e i cittadini si scontrano con un’amministrazione che pare vivere su un altro pianeta – forse c’è da chiedersi: chi ha davvero abbandonato l’aula? L’opposizione per protesta o la maggioranza da mesi
Il M5S, nella figura di Manuel Meles, ha replicato: “Comprendiamo che la maggioranza sia sempre chiusa in una bolla e non si accorga di ciò che accade in città, ma almeno ricordarsi, nelle ore successive al consiglio comunale, che il nostro gruppo e Schirru sono rimasti in aula, intervenendo nella discussione, sarebbe stato il minimo: una pessima caduta di stile dovuta a un’imbarazzante disattenzione o un pianificato tentativo di strumentalizzare una situazione tragica per colpire politicamente la minoranza? Se si occupano della città con la stessa attenzione con cui stilano i comunicati, povera Savona!“. da Savonanews