SINDACO RUSSO VA BENE RINNOVARE LA POLITICA, MA PER FAVORE, RINNOVI ANCHE LA SUA COMUNICAZIONE

Sindaco Russo va bene rinnovare la politica, ma per favore, rinnovi anche la sua comunicazione

Massimo Arecco

Le polemiche sorte intorno al tema dell’aumento delle indennità del Sindaco e della Giunta hanno fatto decisamente alterare il primo cittadino. Lo abbiamo compreso sia dalle parole, sia dai toni utilizzati nella lettera che il Secolo XIX ha pubblicato nei giorni scorsi.
Preferisco non ripetere le mie posizioni riguardo alla decisione di applicare il raddoppio delle indennità, previsto per legge, mi limito ad evidenziare che tale decisione è stata difesa a spada tratta, all’unanimità, dalla maggioranza di centro sinistra a Palazzo Sisto, accorsa a coorte in difesa del primo cittadino.
Non voglio annoiare il lettore ma, soprattutto, non voglio rammentare quanto, anche la politica locale, sia diventata costosa.
Dell’articolo a firma del Sindaco Russo sono rimasto colpito dalle parole che ha utilizzato nei confronti della minoranza: “le polemiche sull’aumento dell’indennità mi hanno ferito profondamente, ma anche indignato perché sono state la più limpida dimostrazione di un modo di fare politica squallido che voglio combattere”.
A questo punto subentra l’indignazione per un modo di fare politica inaccettabile, che non costruisce ma demonizza, strumentalizzando in modo vergognoso la sofferenza dei cittadini … consiglieri comunali che, invece di giustificare le scelte fatte dal loro partito in parlamento, usano i post come ventilatori per spargere fango, con falsità”.
È stato uno spettacolo indecente che ha umiliato la democrazia e la funzione istituzionale di cui tutti portiamo la responsabilità: se vogliamo dare un futuro alla nostra città dobbiamo superare definitivamente queste meschinità”.
Estrapolando i termini più irosi tra quelli utilizzati e mettendoli uno di seguito all’altro, si rimane stupiti dall’acredine con cui il primo cittadino si è rivolto all’opposizione: squallido, demonizza, vergognoso, sofferenza, ventilatori per spargere fango, falsità, indecente, umiliato, meschinità.
Sappiamo che la minoranza, in quanto tale, conta poco o nulla, ma dai toni si evince che la si vorrebbe anche silente, prona e accondiscendente al volere del monarca.
Durante la discussione in Consiglio comunale dell’ordine del giorno con cui veniva proposto il rinvio, ad un momento più opportuno, del raddoppio degli stipendi della giunta, i diretti interessati, cioè il Sindaco ed il Presidente del Consiglio, entrambi beneficiari del provvedimento, hanno votato contro, cioè si sono dichiarati favorevoli ad applicare per sé stessi la considerevole maggiorazione. Potremmo definirla una caduta di stile, ma, in tutta sincerità, mi sarei stupito fosse accaduto il contrario. Come dire, siamo di sinistra, siamo vicini ai cittadini, ne abbiamo a cuore i valori e bla bla bla, ma il richiamo delle “palanche”, scusateci, è altrettanto forte.
Le battute ironiche, ma amare, sull’argomento si sprecano e potrebbero essere così sintetizzate: “toglieteci tutto ma non le indennità, oppure il cuore è a sinistra, ma il portafogli è a destra”. Poi qualcuno si stupisce ancora che i cittadini si allontanino dalla politica.
Non so se questi miei pensieri facciano di me un becero populista, ma di sicuro l’intera vicenda mi ha lasciato con un enorme senso di tristezza interiore.

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