SEAS, CONTI IN ROSSO E SERVIZIO RIFIUTI A RISCHIO: MELES E MIJ (M5S) LANCIANO L’ALLARME. AUXILIA SMORZA, MA I DUBBI RESTANO

In Consiglio Comunale si è acceso il confronto sulle condizioni economico-finanziarie di SEAS, la società che gestisce il servizio di igiene urbana a Savona. L’interpellanza presentata dai consiglieri Meles e Mij (Movimento 5 Stelle) ha portato sotto i riflettori un tema che sta a cuore a molti cittadini: il futuro della raccolta rifiuti e la tenuta della società incaricata di garantirla.

La fotografia preoccupante del bilancio
Nel mirino dei due consiglieri, i documenti pubblicati sul sito della società e in particolare le osservazioni del collegio sindacale, che ha evidenziato una perdita di esercizio pari a 294.000 euro nel 2023. Un rosso che ha portato il capitale al di sotto dei limiti previsti dal Codice Civile. Il campanello d’allarme è suonato forte, nonostante il riconoscimento che il 2023 sia stato, a tutti gli effetti, un anno di “start-up” per SEAS, subentrata nella gestione solo da metà anno.
Preoccupano, però, le misure tampone messe in campo: conversione di crediti, prestiti soci, postergazione dei debiti commerciali, anticipi comunali. Un mix di artifici contabili e supporti straordinari che, secondo Meles, mostrano chiaramente quanto la continuità aziendale non sia affatto garantita in autonomia, ma appesa alla volontà (futura e incerta) dei soci di metterci ancora soldi.

Il Comune ha anticipato il 20% del canone
Tra le misure più discusse, l’anticipo del 20% del canone 2024 da parte del Comune di Savona, che secondo Meles è un segnale chiaro delle difficoltà di cassa della società, aggravate da un bacino d’utenza ristretto (solo Savona) che non consente economie di scala né margini su cui far leva. E proprio questa fragilità strutturale, che pesa sulle spalle dei savonesi, è il vero tema politico della vicenda.

Una decisione grave e inspiegabile: tolta dal sito la relazione sulla gestione
Ma l’aspetto forse più grave, sottolineato duramente in aula dal consigliere Meles, è la rimozione della relazione sulla gestione dal sito internet di SEAS, avvenuta l’11 giugno. Un gesto che alimenta ulteriori sospetti, soprattutto in un momento delicato come questo.
A rafforzare la critica, un ulteriore dettaglio: i documenti sono stati pubblicati tra maggio e giugno, quindi i consiglieri hanno potuto prenderne visione solo di recente. E se tutto – come sostiene l’assessore Auxilia – fosse davvero “sotto controllo”, ci si chiede perché Egea, nel pieno della sua crisi, abbia deciso senza esitazione di uscire dalla ATI. Una scelta che, secondo i consiglieri 5 Stelle, è un segnale da non sottovalutare.

I dubbi sull’indebitamento e sulla gestione
Meles ha inoltre sottolineato come gli indici di liquidità siano ancora bassi e i segnali di tensione finanziaria non manchino. Non solo: il calo di personale registrato nel bilancio è in aperta contraddizione con le esigenze operative del nuovo sistema di raccolta. “Servono molte più persone per far funzionare il porta a porta – ha detto – e invece si va nella direzione opposta.”

Auxilia rassicura, ma non convince
La replica dell’assessore Auxilia ha cercato di rassicurare: il bilancio in perdita, ha detto, è frutto di “oneri straordinari” non capitalizzati e il risultato sarebbe stato positivo con criteri contabili differenti. Tuttavia, anche l’assessore ha riconosciuto che la situazione richiede “monitoraggio costante” e che la sostenibilità futura dipenderà anche dall’apporto dei soci.
Una risposta che, nei toni e nei contenuti, non ha placato i timori del M5S. “Se serve ogni anno l’intervento esterno per far quadrare i conti, siamo già su un piano inclinato. Il servizio è troppo importante per fingere che tutto vada bene. Vogliamo chiarezza, numeri aggiornati e un vero piano di tenuta”.

Un equilibrio fragile
In definitiva, la discussione ha lasciato sul tavolo una certezza e molti dubbi. La certezza è che la gestione SEAS parte in salita. I dubbi riguardano la sua tenuta nel lungo periodo, la capacità di reggere economicamente un servizio complesso come quello dei rifiuti e soprattutto la volontà (e possibilità) dei soci di continuare a sostenere un’operazione che, al momento, non si regge da sola.
Il tutto mentre la città attende ancora il vero decollo della raccolta differenziata. E intanto… il bilancio langue. E la trasparenza pure.

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