C’era una volta un piano industriale che prevedeva la realizzazione di un impianto a Legino. Poi si è preferito restare nell’area del depuratore, dove già operava ATA, come se le due soluzioni fossero tecnicamente e strategicamente equivalenti. Ma non lo erano. E questo, ben prima che nascesse SEA-S, segna il primo grande tradimento degli impegni presi. Da lì in avanti, tra scelte rinviate, promesse fluttuanti e una gestione quantomeno opaca, la situazione si è evoluta – o sarebbe meglio dire involuta – fino al bilancio d’esercizio 2024, che oggi appare come un documento allarmante.
Una fotografia inquietante della situazione patrimoniale
Scorrendo i numeri del bilancio, le criticità emergono in maniera netta:
- Il patrimonio netto è ormai ridotto all’osso.
- L’esposizione debitoria resta drammaticamente elevata, figlia sì della fusione con ATA, ma non certo affrontata con decisione.
- La dipendenza economica dai soci industrialiappare non solo evidente, ma anche priva di garanzie strutturate o vincoli contrattuali solidi.
- La società è ancora in piena condizione di squilibrio ex art. 2482-bis del Codice Civile, senza che sia stato attivato un piano serio di ricapitalizzazione.
- La marginalità operativa è debole: i ricavi non bastano a costruire una vera sostenibilità.
Sette domande per fare chiarezza
A fronte di questo quadro, diventa inevitabile porre agli amministratori e ai soci domande puntuali, che non possono più attendere risposte evasive.
- Continuità aziendale e sostegno dei soci
Il bilancio parla di “interventi dei soci” per garantire la continuità aziendale. Ma di cosa si tratta?
Sono già stati formalizzati impegni concreti come aumenti di capitale o versamenti in conto futuro aumento? - Debiti finanziari e piano di rientro
Esistono esposizioni consistenti (2,6 milioni di mutuo AMCO, oltre 1 milione di TFR accumulato).
Qual è il piano di rientro? Qual è il peso degli interessi sulle fragili spalle di SEA-S? - Indebitamento e patrimonio
Il quoziente di indebitamento è schizzato a 128,82.
Quali azioni si intendono adottare per ribilanciare la struttura patrimoniale? - Ruolo e crediti dei soci industriali
Docks Lanterna e Idealservice hanno fornito mezzi e servizi differendo la fatturazione.
Ma esiste trasparenza? Ci sono contratti o solo intese informali? Qual è l’ammontare reale dei crediti vantati e non saldati? - Tesoreria e liquidità
Il margine di tesoreria è negativo per oltre 1,1 milioni.
Sono previste nuove linee di credito? Esistono proiezioni affidabili per il secondo semestre 2025? - Redditività fragile
L’EBITDA migliora (540.893 €) ma il ROS è solo dell’1,13%.
Quali interventi sono previsti per migliorare i margini operativi? - Governance e trasparenza
Il sistema regge su equilibri precari.
Perché non vengono condivise strategie a medio termine e formalizzati gli impegni dei soci? Perché i flussi tra SEA-S, ATA e i soci industriali restano in parte opachi?
Tempo scaduto per le mezze parole
Alla luce di queste criticità, non si tratta solo di chiedere risposte, ma di pretendere un cambio di passo nella gestione. Serve trasparenza, serve pianificazione, serve rigore. E soprattutto, serve un controllo pubblico serrato, perché SEA-S – che dovrebbe garantire un servizio essenziale come la gestione dei rifiuti urbani – non può essere lasciata alla deriva tra debiti, promesse e formule contabili.
Chi ha responsabilità amministrative e politiche, dentro e fuori la società, deve ora uscire dall’ambiguità. Perché il tempo dei rinvii è finito. E quello dei rischi per i cittadini, purtroppo, è già cominciato