SAVONA È DONNA. Terza puntata del racconto dello scrittore Bruno Lugaro

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TERZA PUNTATA

 

La storia narrata e i protagonisti sono frutto  della fantasia dell ‘autore

Un passo indietro. Ma dove l’hanno scovato questo generale? Possibile non ci fosse in giro un candidato più forte? Possibile. O almeno, c’era di meglio, ma in cinque hanno declinato. Così Rixie e Dixie, dalle stanze ovattate del potere, sono piombati a Savona per risolvere la questione. Avevano sentito di un generale in congedo che tutte le mattine in piazza del Popolo dà il mangime ai piccioni. “Questo è il nostro uomo: amico degli animali” si sono detti. Dixie è un tipo sbrigativo. Si è avvicinato ad Ambrosini e gli ha sparato a bruciapelo: “Lei farebbe il candidato sindaco dei conservatori?”. E quello: “Certamente”. Due ore dopo il generale era nella sua sede elettorale, dove lo attendevano Rixie, Dixie e una mezza dozzina di supporter, tutti maschi, perché la quota rosa era appena emigrata nella lista Petrucci. Fasciato in una uniforme clamorosa (un misto tra un cavaliere ussaro, un generale asburgico e Pinochet in ghingheri) si era presentato così: “AT….TENTI. RI…POSO”. Ma il problema non erano tanto i suoi atteggiamenti marziali, quanto il suo passato recente di cacciatore incallito. Sparava ad ogni cosa si muovesse nel bosco e la fortuna di caprioli, cinghiali e fagiani era che da quando si era amputato due dita il generale non faceva centro neanche per sbaglio. Ora, Rixie e Dixie avevano deciso di giocarsi la carta della lista amici degli animali. Tant’è che sui santini ogni candidato appariva con un animale. Giorgio Cilici, benzinaio, con un gatto in testa, Renato Dispari, agente di commercio, abbracciato al suo levriero. Poi c’erano gli esagerati: Renzo Tripudio, insegnante, con un pitone al collo, Franco Santodio, tipografo, con una civetta sulla spalla, Franco Corsinuovi con la maglietta dell’Inter. Un giornalista aveva tirato fuori la storia del cacciatore e allora non era affatto semplice accreditarsi come amico degli animali. Comunque, Ambrosini si era messo di buzzo buono, promettendo casette arredate per i gatti randagi, spiagge aperte tutto l’anno ai cani e adozioni di cinghiali e caprioli.
SABATO. E’ il giorno dell’incontro con le magnifiche quattro. Appuntamento alle 17. I primi savonesi sono già in coda dal mattino. Alle 16, quando in via Pia si alzano i primi cori di “Faccela vedé, faccela toccà” e la gente non sta più nella pelle, Aureliano Làcota, agli arresti domiciliari per rapina, diventa suo malgrado protagonista. Non può scendere in strada a protestare per il casino. Si affaccia alla finestra e lancia due strilli. Niente, quella cazzo di musica caraibica sovrasta tutto. Allora Làcota avvicina una sedia alla finestra…Che fa, si butta di sotto dal secondo piano?No, si apre la patta dei calzoni, indirizza il getto e piscia sulla testa della folla in coda. STOP. La musica si ferma di botto. Tre secondi di silenzio, giusto il tempo di capire cos’è successo.
 Bruno Lugaro
 CONTINUA
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