Savona capitale della cultura, del cambiamento climatico o solamente della megalomania?

Savona si prepara a una svolta epocale: il Priamar diventerà un centro di ricerca scientifica di livello internazionale. Un progetto ambizioso, innovativo e, come sempre, avvolto in quell’aura di megalomania che caratterizza le iniziative dell’attuale amministrazione. E perché tutto questo? Ovviamente per rafforzare la candidatura di Savona a Capitale Italiana della Cultura.
C’è solo un piccolo dettaglio: per far posto al polo scientifico più avanzato d’Italia, pare,  verranno sacrificati il Museo Cuneo e il Museo Pertini. Ora, tutti possiamo concordare sul fatto che questi musei non siano mai stati esattamente il Louvre della Liguria, ma dire che “funzionano poco” perché poco visitati è come affermare che un ristorante non lavora perché tiene le serrande abbassate. La realtà è che non sono mai stati pubblicizzati a dovere e sono spesso chiusi. Ma pazienza, perché a Savona abbiamo imparato che la cultura può essere sacrificata in nome di progetti rivoluzionari, soprattutto se hanno un bel titolo e qualche parola chiave di tendenza, come “sostenibilità” e “cambiamento climatico”.
Nel mirabolante dossier presentato dal Comune per la candidatura a Capitale della Cultura, il Priamar diventerà un avveniristico polo scientifico. Parliamo di un progetto che porterà nella fortezza ben 150 studiosi impegnati su temi fondamentali: deforestazione dell’Amazzonia, scioglimento dei ghiacciai, proliferazione dei gas serra. Niente di meno. Insomma, i savonesi finalmente potranno dire la loro sui problemi climatici globali… tra una buca e l’altra delle strade cittadine.
A completare il quadro, nel Piazzale del Maschio verrà installata una gigantesca sfera multimediale, che di giorno mostrerà le temperature della Terra e in tempo reale le immagini delle catastrofi ambientali nel mondo. Perfetto per un’esperienza immersiva tra un aperitivo e una passeggiata sulle mura.
Se il tutto sembra un po’ troppo visionario, non temete: l’amministrazione savonese ha già esperienza in progetti “grandiosi” dai risultati discutibili. Mentre si pensa a impressionare le giurie nazionali con il dossier per la Capitale della Cultura, gli ascensori del Priamar sono quasi sempre guasti,  la città è sempre più sporca, il traffico caotico e i cittadini si interrogano su come tutto ciò possa davvero portare benefici concreti alla città.
Forse, più che un megaprogetto su scala globale, si poteva pensare a una riqualificazione meno spettacolare ma più funzionale del Priamar. Magari si poteva rilanciare il ruolo dei musei, puntare su un centro di divulgazione scientifica a misura di città e, soprattutto, garantire che i progetti già esistenti funzionassero davvero.
Ma si sa, a Savona la scienza è importante… più della storia, più della manutenzione cittadina e, forse, più del buon senso. L’importante è riempire un dossier con parole ad effetto. Se poi la candidatura non dovesse andare in porto? Poco importa, resteranno i 150 scienziati a raccontarci l’ennesima tempesta in arrivo.

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