Continua la confusione attorno alla nuova raccolta rifiuti a Savona, tra cassoni “intelligenti”, porta a porta annunciato e mai partito, bonus sociali e aumenti in bolletta. In pieno marasma operativo, l’amministrazione annuncia con sorprendente serenità che sono state approvate le tariffe Tari 2026, con un aumento medio che sfiora il 4%.
Naturalmente, come da manuale, l’aumento arriva accompagnato da una carezza ai contribuenti: l’assessore al Bilancio ha infatti dichiarato che per calmierare l’impatto della stangata, il Comune ha stanziato 757mila euro di risorse in favore delle fasce più deboli (nuclei con ISEE fino a 9.530 euro) e per agevolare il commercio. A questo si aggiunge l’utilizzo del “bonus sociale rifiuti” e un trionfale accenno al recupero di oltre 1,1 milioni di euro grazie all’attività di contrasto all’evasione.
Ma mentre la Giunta si concentra sui numeri da comunicato stampa, sul campo regna l’incertezza. Il 9 giugno dovrebbe tenersi l’incontro decisivo per stabilire quando partirà il nuovo sistema porta a porta. Usiamo il condizionale, perché nel frattempo nessuna informazione ufficiale è trapelata, solo indiscrezioni e mezze frasi.
Ad esempio, si vocifera che i famigerati cassoni intelligenti (curiosità: sarebbero gestiti da Carrara, sede della ditta fornitrice) potevano essere acquistati con fondi PNRR, ma i problemi di ATA – la cui ombra aleggia su ogni discussione ambientale savonese – hanno reso l’operazione impossibile. E la domanda ormai rituale torna: quando qualcuno pagherà per il fallimento di ATA?
C’è poi un altro rumor che, se confermato, scatenerà reazioni indignate e ironie sui social: pare che i cassoni intelligenti, una volta a regime, permetteranno solo aperture limitate settimanali per cittadino. Chi sgarra e li utilizzerà di più del consentito, pagherà di più. Uno scenario che, se confermato, ha più l’aspetto del romanzo distopico che della buona gestione urbana.
Sarebbe auspicabile – e democraticamente doveroso – che le forze di minoranza si facessero carico di portare in Consiglio chiarezza su queste voci. Anche perché, nel frattempo, i cittadini si preparano a pagare di più per un servizio ancora avvolto nella nebbia dell’incertezza.
A Savona si parla molto di trasparenza. Ma tra bonus, annunci, cassoni, PNRR sfumati e porta a porta fantasma, quello che manca è proprio lei: la chiarezza.