Rifiuti a Savona, decidono gli amministratori di condominio: caos delegato e raccolta in stallo. La protesta delle associazioni

Intanto cresce il malcontento tra i cittadini: “Differenziata più confusa di prima”. La protesta delle associazioni. Chiesta la raccolta all’alba per evitare disagi e degrado.

 La rivoluzione della raccolta differenziata porta a porta, a Savona, rischia di trasformarsi in un boomerang per l’amministrazione comunale. Tra regolamenti confusi, scelte logistiche improvvisate e un piano operativo che non convince nessuno, la città si trova ad affrontare un’escalation di malcontento. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è stato l’incontro in Comune tra il sindaco Marco Russo e le associazioni dei consumatori, dove il clima – più che disteso – è stato definito “negativo” da diversi partecipanti.

Sul tavolo, ancora una volta, la gestione dei bidoni condominiali, dei mastelli individuali e – soprattutto – l’assenza delle isole ecologiche informatizzate nei quartieri al di fuori del centro. Alice Greta Marino, promotrice della petizione che ha superato le 5.000 firme, ha parlato senza giri di parole: “Ci sentiamo presi in giro. Ci accusano di non voler differenziare, ma è falso. Semplicemente non ci mettono nelle condizioni di farlo in modo efficace e dignitoso. Il Piano Contarina non è un dogma, si può correggere, ma manca la volontà politica”.

Amministratori di condominio “costretti” a diventare tecnici ambientali
Nel tentativo di superare le criticità, l’amministrazione ha deciso di demandare agli amministratori di condominio la scelta tra bidoni condivisi e mastelli individuali, lasciando a loro anche il compito di concordare con Sea-S le modalità di posizionamento e ritiro. Una scelta che solleva molte perplessità: “Non si può scaricare una responsabilità pubblica su figure private, senza criteri chiari e senza ascoltare le assemblee condominiali”, commenta Livio Di Tullio di Federconsumatori, che ha anche inviato una diffida formale al Comune.

Marco Perlo del Codacons aggiunge: “Si è aperto uno spiraglio: sembra che non sarà più obbligatorio accettare il bidoncino condominiale. Ma il problema resta: marciapiedi invasi dai mastelli, ritiri a orari inaccettabili e cittadini anziani che non ce la fanno a portarli in strada. Siamo dentro un groviglio normativo e organizzativo che nessuno sembra voler sbrogliare davvero”.

Ritiro all’alba e bidoni “fantasma”
Un altro nodo irrisolto riguarda gli orari di ritiro. Al momento, i mastelli vanno esposti tra le 19 e le 20 della sera precedente, con passaggi di raccolta tra le 5 e le 12:30 del giorno successivo. Questo significa che, in molte vie, per oltre 15 ore marciapiedi e strade risultano invasi dai contenitori, spesso pieni e maleodoranti. Da qui la richiesta, accolta parzialmente dal sindaco, di anticipare il ritiro alle primissime ore del mattino, tra le 4 e le 8. Una proposta che, però, richiederà nuove risorse operative da parte di Sea-S.

Intanto, mentre il piano arranca, nei quartieri si moltiplicano le proteste. In alcune zone, i bidoni promessi non sono ancora stati consegnati, in altre non si sa a chi appartengano. Alcuni amministratori si sono rifiutati di prendersi carico di funzioni che ritengono “non di loro competenza”, e persino i condomìni con spazi interni adeguati spesso non vogliono accogliere bidoni nei cortili o negli androni.

La proposta alternativa: tornare ai bidoni intelligenti, ma per tutti
Dalla petizione e dai comitati arriva una proposta concreta: estendere progressivamente le isole ecologiche informatizzate, già presenti in centro, a tutti i quartieri della città. Il percorso sarebbe graduale e ragionato, basato su un elenco delle zone con maggiore densità abitativa, accompagnato da un piano tecnico di riprogettazione affidato a Protea – la stessa società che ha curato l’intervento nel centro.

Inoltre, si chiede che i tempi siano realistici: “Meglio aspettare qualche mese in più – si legge nel documento firmato da cittadini e associazioni – ma avere un sistema che funzioni davvero e non lasci migliaia di famiglie nella confusione più totale”. Non mancano proposte per affrontare anche gli aspetti multilingue della comunicazione, con cartelli e istruzioni accessibili anche agli stranieri residenti, oggi completamente esclusi dalle informazioni ufficiali.

L’amministrazione Russo ha ribadito l’impegno a migliorare il servizio “in itinere”. Ma la fiducia è in calo. “Se davvero vogliono correggere la rotta – avverte Marino – inizino col fermare le imposizioni e ascoltare chi vive i disagi quotidianamente. Altrimenti, il prossimo passo sarà una mobilitazione pubblica”.

Nel frattempo, la Savona dei mastelli continua a riempirsi di sacchi abbandonati, contenitori ribaltati e cittadini disorientati. E non sarà certo un’amministrazione condominiale a ripulire tutto questo caos.

Situazione ieri in città

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