Tirreno Power. Processo per disastro ambientale, i legami con la politica.

Nel maggio 2014 c’era stato un tentativo politico di predisporre un atto normativo che avrebbe dovuto essere un vestito su misura per consentire a Tirreno Power di riavviare gli impianti a carbone secondo il piano da loro presentato e aggirare il sequestro penale che era intervenuto due mesi prima (marzo 2014)

Tra i tanti non ricordo, pressato dall’avvocato  Matteo Ceruti, l’attuale direttore generale del Ministero dell’Ambiente, all’epoca responsabile del procedimento Aia, Giuseppe Lo Presti, ha fatto dichiarazioni importanti sui legami tra la politica e la Tirreno Power.

“Tirreno Power voleva riaprire la Centrale si pensò a una norma per accontentarla ….Giuridicamente non stava nè in cielo nè in terra (nelle intercettazioni del 13 maggio 2014, un mese dopo il sequestro dell’impianto, aveva usato il termine “porcata) la possibile presentazione della nuova Aia da parte di Tirreno Power per il riavvio dell’impianto. L’impianto era sequestrato e non andava fatto di redigere un provvedimento normativo sul piano dell’azienda”.

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