Piaggio – Un po’ di fumo negli occhi?

Piaggio – P.1HH

Martedì 26 Febbraio 2019 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico l’atteso tavolo di crisi su Piaggio Aerospace.

Da fine novembre 2018, con il disimpegno dell’azionista di riferimento, il fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti Mubadala, l’azienda di costruzioni aeronautiche è in amministrazione straordinaria. A pesare sul disimpegno del fondo sovrano sono sicuramente i 618,8milioni di € di perdite (al 30 settembre 2018), uniti al disinteresse, da parte del Governo italiano a maggioranza Lega di Salvinie Movimento 5 Stelle, ad assegnare un finanziamento per lo sviluppo di un nuovo drone, il P.2HH.

I precedenti Governi Renzi e Gentiloni a maggioranzaPD, con Ministro della difesa la genovese Roberta Pinotti, si erano impegnati con il governo emiratino a finanziare lo sviluppo del drone P.2HH, per cui il fondo sovrano Mubadala, a fine 2017, aveva provveduto all’ennesima ricapitalizzazione della azienda. L’impegno da parte italiana ammontava a 766milioni di euro. Con il nuovo corso politico, la maggioranza di governo verde-gialla pare essersi dimenticata degli impegni assunti dai precedenti governi.

Il Secolo XIX di lunedì 25 febbraio titolava “Per la Piaggio Aerospace domani incontro a Roma con il vicepremier Di Maio” trasmettendo quindi a lavoratori e lettori grandi aspettative nel vertice ministeriale.

Luigi Di Maio

Rispetto alle attese, l’incontro romano pare essere stato di più basso profilo, visto che non si hanno notizie che vi abbia preso parte Luigi di Maio il vicepremier, Ministro dello sviluppo economico e del lavoro oltre a capo politico del Movimento del NO (5 Stelle). Di Maio era probabilmente impegnato in una delle tante dirette via Facebook o a replicare al senatore berlusconiano Antonio Saccone riguardo ai suoi lavori di steward, muratore e cameriere (LEGGI) svolti prima di entrare in politica.

Al vertice, in rappresentanza del governo, hanno preso parte il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial (5 stelle),che vanta numerose e brevi esperienze lavorative nel campo dell’automazione e della consulenza industriale, affiancato dal Sottosegretario Davide Crippa (5 stelle)con esperienza, tra l’altro, in termoregolazione, contabilizzazione e diagnosi energetica negli edifici condominiali.

Secondo le fonti da cui provengono le notizie, il vertice romano ha avuto diverse declinazioni.

Il commissario straordinario Vincenzo Nicastro illustrando le iniziative prese per il tentativo di salvataggio ha dichiarato tra l’altro «oggi abbiamo appreso con soddisfazione la decisione del governo di concludere lo sviluppo del P1HH. Si tratta di un risultato positivo, ma c’è ancora tanto lavoro da fare anche per quanto riguarda l’acquisizione di nuove commesse per il P180 sia sul mercato sia attraverso un riammodernamento della flotta istituzionale italiana» (La Stampa mercoledì 27 febbraio 2019)

La comunicazione tra commissario e governo non sembrerebbe essere molto fluida, visti i tre mesi trascorsi per arrivare a qualche parziale decisione. L’iniziale impegno di 766milioni di euro per lo sviluppo del drone P.2HH, è stato rimodulato (declassato) in 250milioni per la certificazione del drone P.1HH (70milioni) e al probabile acquisto di quattro sistemi P.1HH (180milioni) da parte del ministero della Difesa.

Visto l’attuale momento politico sovranista il commissario si affida a qualche intervento di tipo statalista ed assistenzialista per il riammodernamento della flotta istituzionale italiana. “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.”

Dei dubbi sono avanzati dalla rivista specializzata  DifesaOnline che fa notare che i droni P.1HH non servono all’Aeronautica visto che non rispondono ai requisiti previsti, mentre la richiesta dell’Aeronautica riguardava un velivolo dalle prestazioni superiori come il P.2HH. In merito a tale progetto, in una audizione al Senato, lo scorso 5 dicembre, il sottosegretario alla Difesa Tofalo aveva rassicurato il Parlamento precisando che il P.2HH era inserito nel novero dei programmi di prossimo avvio, pubblicato nel Documento Programmatico Pluriennale 2018-2020. Tuttavia, ad oggi, il programma P.2HH viene accantonato e, nonostante l’acquisto di otto P.1HH, il futuro della Piaggio Aerospace è tutt’altro che roseo.

Ricordiamo, tra l’altro, che un esemplare del drone P.1HH era precipitato in mare al largo di Trapani nel maggio 2016 dopo pochi minuti di volo.

Piaggio P180

Per quanto riguarda la soluzione di mercato per il velivolo P180, bisogna notare che questo aeromobile ha una storia di oltre 30 anni ed è stato più volte riammodernato nel corso della sua lunga vita, bisognerebbe interrogarsi se questo velivolo è ancora idoneo ad affrontare le attuali esigenze del settore.

Un concorrente di Piaggio, ovvero il costruttore svizzero di aeromobili Pilatus pare essere ben posizionato sul mercato con diverse soluzioni proposte, come il velivoloPC-24 di recente sviluppo e messa in servizio.

Pilatus PC24

Pilatus, con solide basi finanziarie, nel 2017 ha registrato un fatturato di 986milioni di franchi svizzeri (CHF) con 135milioni di CHF di utili ed investimenti in ricerca e sviluppo per 107milioni di CHF. Pilatus, dal 2013 al 2017, in ricerca e sviluppo ha impegnato 495milioni di CHF (1CHF = 0,88€ al 04/03/2019).

Sarebbe doveroso quindi domandarsi se Piaggio, appesantita dai quasi 620milioni di euro di debiti, da una malagestione che si protrae da anni e visti i livelli di investimento richiesti, sia in grado di reperire le risorse finanziarie necessarie per poter sviluppare velivoli tali da competere con i diversi concorrenti. Sicuramente, per Piaggio una qualche forma di aggregazione per costituire una adeguata massa critica si renderà quanto prima necessaria al fine di poter sopravvivere e svilupparsi.

Per Roberto Traversi (5 stelle), membro della commissione difesa della Camera ed Andrea Melis, Consigliere Regionale (5 stelle), la rimodulazione del progetto da P.2HH a P.1HH è un successo, “in Commissione difesa abbiamo deciso di dare parere favorevole alla proposta Mise di rimodulazione del programma di acquisizione dei droni di classe MALE (media altitudine e lunga autonomia) perché riteniamo che questa soluzione concili l’urgenza socio-economica di salvare i posti di lavoro delle maestranze della Piaggio-Aerospace e la necessità industriale e strategica di proseguire lo sviluppo di una tecnologia aeronautica d’eccellenza nazionale per consentire la partecipazione italiana al progetto del drone europeo MALE 2025”.

EURO MALE – MALE 2025

Chissà se i due esponenti pentastellati hanno idea che il velivolo europeo MALE 2025, partecipato da Leonardo, risulterebbe un concorrente del P.2HH, mentre il P.1HH presenta prestazioni inferiori, come riportato nell’articolo di DifesaOnline citato sopra. Tenuto conto di ciò, è ragionevolmente difficile per Piaggio poter acquisire le referenze necessarie per poter eventualmente partecipare al progetto europeo MALE 2025 con un velivolo come il P.1HH.

Lorenzo Ferraro della CGIL di Savona è moderatamente ottimista «la preoccupazione dei lavoratori rimane, anche se è giusto sottolineare come la tensione dei giorni scorsi si sia attenuata dopo i segnali positivi arrivati dall’incontro al Mise» (Il Secolo XIX 28 febbraio 2019)

Più critici invece i sindacati genovesi dove in un comunicato congiunto, CGIL, CISL e UIL tuonano “le mancate decisioni dell’azienda generano timori rispetto al futuro del sito di Genova” ed ancora “dove sono gli investimenti e le assunzioni qualificate per supportare l’Automazione nel confronto con i concorrenti presenti sul mercato mondiale?” (Il Secolo XIX 1° marzo 2019)

Piaggio sembra ancora volare nella nebbia fitta ed in attesa delle prossime elezioni europee meglio non agitare troppo le acque, così i tranquilli sindacati savonesi, neanche a dirlo, somministrano l’ennesima massiccia dose di tranquillanti ai lavoratori, con aziende e politica (di qualunque colore sia) meglio non essere troppo conflittuali soprattutto in prossimità della campagna elettorale, i favori resi verranno in qualche modo ricambiati. Se per i lavoratori la situazione dovesse malauguratamente precipitare, a farla riprendere, ci penserà il reddito di cittadinanza.

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