Pensiero domenicale: Voglio un Paese normale

 foto Ansa

Normale: conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale.
Questa è la radice della parola secondo Wikipedia.
Vivere in Paese normale invece significa, poter esprimere le proprie idee, manifestarle liberamente senza il rischio di scontri con la parte avversa, ma soprattutto chiudere finalmente con un clima da resa dei conti. E’ venuto il momento che certe contrapposizioni vedano smorzati i toni chiudiamo finalmente una pagina di storia dimostrando che siamo un popolo maturo e consapevole.
A cosa mi riferisco, principalmente a quanto sta avvenendo tra i giovani universitari, impegnati politicamente, la vera stortura di tutta la vicenda è che le giovani generazioni tornino come negli 70 a picchiarsi perché chi sta di fronte a te la pensa politicamente, in modo differente.
In alcuni casi il linguaggio tende a scimmiottare coloro che lo adoperavano drammaticamente tanti anni fa, generando terreno fertile per il drammatico periodo del terrorismo.
Probabilmente tutti siamo stati cattivi maestri, inculcando ai nostri figli l’idea che chi ha altre idee sia considerato un nemico e non un avversario, dobbiamo sentire fortemente questa responsabilità. I politici di entrambe le parti devono smettere di rimestare il pentolone dell’odio politico, ricordate “chi semina vento raccoglie tempesta”.
Ben vengano le manifestazioni in favore della costituzione e della libertà, però senza strumentalizzazioni ne sciacallaggio politico che come dimostrato non serve per prendere voti, ma contribuisce ad avvelenare il clima.
A costo di essere considerato impopolare, sarebbe davvero importante che la mobilitazione sindacale si facesse per il lavoro, le condizioni di vita drammatiche di anziani, disabili, degli ultimi, di chi non ha diritti.
Organizzare con chi ci sta manifestazioni per i diritti in favore di tanti troppi poveri per un paese civile.
Questi rigurgiti violenti non devono essere utilizzati per distrarci per non pensare che siamo un Paese formalmente fallito e che il vero governo risiede a Bruxelles e non a Roma, con buona pace di chi ci ricorda quotidianamente di aver vinto le elezioni.
Vedete chi come me è federalista autonomista è sempre per la libertà e contro qualsiasi regime centralista. I federalisti sono all’antitesi di qualsivoglia ideologia fascista in quanto lottano per una Stato autonomista, dove ognuno è “Padrone a casa sua” che attenzione non è la finta riforma Calderoli sull’autonomia, ma un’organizzazione federalista vera concreta come hanno tanti Stati, vedi la Svizzera che non ha conosciuto ne guerre ne tantomeno dittature.
Qualche giorno fa tra amici, discutevamo sull’attualità di una riforma federalista da proporre ai cittadini, idea subito frenata in quanto le tante prese per i fondelli. Sull’argomento in questi anni l’aver utilizzato il federalismo per fabbricare nuove poltrone e i successivi tradimenti, lo hanno reso ostico da riproporre in questo periodo.
In conclusione:
La brutta sensazione che sto vivendo è che ci stiamo disumanizzando, nel Vangelo sta scritto “ama il prossimo tuo come te stesso”, non viene tenuto in considerazione, le parole solidarietà umanità non esistono più, vengono sostituite dalla propaganda politica, dall’egoismo, dall’ipocrisia.
Lo dico chiaro la caciara che hanno messo in scena ieri a Cutro portando il consiglio dei ministri in Calabria mi ha disgustato profondamente, una passerella mal riuscita che giustamente è stata accolta con una sonora contestazione.
Vedere ministri che si trastullano con il telefonino e che non trovano il tempo di andare a stringere le mani ai parenti delle vittime è surreale.
“Un uomo può uccidere un fiore due fiori, tre….ma non può contenere la primavera”
Gandhi.

 Roberto Paolino

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