Pensiero domenicale: la questione settentrionale

In queste ore è successo di tutto ivi compresa la farsa avvenuta in parlamento.I due ministri Piantedosi (interni) e Nordio (giustizia) si sono recati nei due rami del parlamento a cercare di mitigare la brutta figura che il nostro Paese ha fatto internazionalmente, a causa del rimpatrio in Libia di Elmasry con volo di Stato. Operazione chiaramente non riuscita (la pezza è peggio del buco).
Detto ciò veniamo a noi ai problemi del Paese e in particolare del Nord.

Salvini, Bossi

Un breve cenno riservato alla Salvini Premier mi pare pertinente.
Si nasce incendiari e si muore pompieri.
In sintesi è quella la mutazione che è avvenuta nel movimento oggi.
Entrato come un elefante nella cristalleria della politica (e, col senno di poi, con una capacità di innovare la comunicazione seconda solo a quella di Berlusconi), Umberto Bossi pone il problema della «questione settentrionale». Che, in quarant’anni, si sarebbe potuto se non risolvere almeno affrontare.

Che cosa è stato fatto? Poco. Su impulso di Gianfranco Miglio, la Lega proponeva una «grande riforma», passata in cavalleria come tutte le grandi riforme, che avrebbe ribaltato la piramide fiscale: le regioni (aggregate nei tre blocchi Nord, Centro e Sud) avrebbero raccolto le tasse e ne avrebbero poi trasferito parte a Roma. Ciò avrebbe innescato un meccanismo negoziale fra centro e periferia che avrebbe potuto migliorare la qualità della spesa o ridurre il prelievo, mentre i diversi territori, «padroni a casa propria», avrebbero potuto agire su offerta di servizi e pressione fiscale, per risultare più attrattivi. Così funziona il federalismo, dove c’è.
Cosa resta di questo ambizioso programma nella Lega Salvini?
Nulla diciamolo con chiarezza il movimento si è trasformato in chi la Lega combatteva; ovvero il Pentapartito.
facciamo un esempio per farci comprendere meglio:
L’autonomia proposta dal ministro Calderoli, e avversata con zelo degno di miglior causa dai governatori meridionali, non cambia nulla, dal punto di vista fiscale. Anzi, con la definizione di «livelli essenziali di protezione» tarati sulle regioni «virtuose» come Lombardia e Veneto, potrebbe accrescere i trasferimenti al Sud.
Vogliamo entrando nel concreto dire che il Nord oggi non è più quello di ieri?
A dimostrarlo sono la sanità,la viabilità
e la situazione socio economica,che a causa di anni di malgoverno,ci consegna un settentrione lontano parente di quello degli anni 80/90.
Altro esempio:
Più 1,3% di Pil al Sud contro la media nazionale dello 0,9%: il risultato è frutto degli investimenti del Pnrr.
Al Nord il Pil è basso perché frena l’industria. Questi i dati diffusi dalla Svimez, in qualche modo confermati dell’Inps che ha pubblicato i dati sulla cassa integrazione registrando un boom delle ore autorizzate: 47,2 milioni con un incremento del 36% rispetto allo scorso anno.

La conferma palese sostanziale che la Salvini Premier non è più come prima ci viene confermato da queste dichiarazioni: “Salvini é un ministro di Milano che sta lavorando per la Sicilia e per l’intero Sud, come mai nessun ministro del Sud aveva fatto in precedenza”. A dirlo il presidente della Regione Renato Schifani.
Per chi pensa o crede che la Salvini Premier torni un giorno quella di prima se lo tolga dalla testa.
Il settentrione ha un disperato bisogno del ritorno del sindacato del Nord della Lega la potentissima.
Non disperate ci sono lavori in corso e presto molto presto nascerà libero e forte alle intemperie come un fiore di campo, un movimento fatto da donne e uomini che in questi anni hanno sofferto ma non hanno tradito.

Roberto Paolino

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