Pensiero domenicale: Hazet 36

Vi chiederete in tanti cosa significa hazet 36,Ve lo spiego subito è una grossa chiave inglese che l’ultra sinistra milanese adoperava nelle manifestazioni come arma per gestire il servizio d’ordine,e un gruppo chiamato katanga,o meglio katanghesi la adoperava per aggredire i nemici neo fascisti.
Perché questa spiegazione una trasmissione di approfondimento politico ci ha riportato ieri sera, drammaticamente indietro a fine anni 60 inizio anni 70.
Io ero un ragazzino,in quegli anni ma ricordo perfettamente i racconti quando venivano in vacanza di amici più grandi che studiavano a Milano,per esempio alla Statale, picchettaggi davanti alla scuola, personaggi in eskimo che ti imponevano di prendere e leggere i loro volantini,e chi si rifiutava,se andava bene prendevano due schiaffi e l’etichetta di fascista.
Ecco ieri vedere e sentire un vecchio signore Capanna che in quel tempo era un giovane violento mi ha dato fastidio non per quello che rappresenta,ma per come abbia a distanza di molti anni nuovamente istigato alla violenza con gli stessi modi lo stesso linguaggio di allora facendo persino arrabbiare un moderato come Capezzone.
Certo anche il neo fascismo era violento in quel tempo per un nonnulla volavano cazzotti e sprangate, essere giovani allora per Milano era davvero complicato e pericoloso certe zone erano da evitare e ovviamente da evitare di parlare di politica perché si poteva finire male,chi diceva di difendere la libertà e democrazia con la hazet 36 aveva un opinione parecchio distorta del significato di libertà.Vedete però chi soffiò sul fuoco di quella contrapposizione,chi istigò alla violenza portò il Paese verso lutti e attentati.
Perché dunque si ritorna a parlare di quegli anni?
Ve lo dico subito in presenza di elezioni si cerca di raccattare voti e per farlo non esita a grattare,la pancia ai nostalgici emarginati presenti oggi sia a destra a che a sinistra.
In tanti chiedono una chiara condanna a qualsivoglia nostalgia fascista, giusto ma contestualmente sarebbe utili che altri non fomentino i centri sociali,non semino odio politico soprattutto nel confronto di leader politici perché davvero si rischia grosso.
Qualche tempo fa dissi che solo in un momento storico la destra e la sinistra,si unirono per condannare e chiedere l’estromissione dal quadro costituzionale di un movimento,quel movimento si chiamava Lega Nord che più volte venne accusata di essere un movimento sovversivo, ricordate cosa successe in via Bellerio quando la polizza entro nella sede della Lega?
In quel caso ci fu una saldatura delle destre e sinistre per combattere noi loro i Centralisti statalisti sentivano che il rischio di perdere il potere era reale perché dopo anni dove le parole erano sempre le stesse, finalmente si cambiava argomento parlando di autonomia federalismo.

Quante nostre manifestazioni i democratici di sinistra, dei centri sociali hanno disturbato in modo violento in piazze con famiglie bambini anziani facevano volare bottiglie pietre ad altezza di uomo purtroppo lo ricordo personalmente.
È venuto il momento di chiudere i conti con il passato e unico modo di farlo è sentire parole chiare di condanna,senza che nessuno però si arroghi il diritto di scegliere per gli altri tipo che simbolo devono avere e che parole dire,ci vuole una ventata di freschezza di libertà e moderazione, e basta soffiare sul fuoco della disperazione della povertà, magari meno chiacchiere e qualche fatto concreto,la difesa del lavoro ad esempio aiutare chi non c’è la fa perché ricordate”chi semina vento raccoglie tempesta”
Buona domenica.
Coordinatore provinciale Grande Liguria

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