Pensiero domenicale. Da che pulpito

Il Presidente del Consiglio per giustificare il mancato sconto sulle accise dice i “carburanti li pagano anche i ricchi” omettendo che il rincaro dovuto al mancato sconto fa aumentare il carrello della spesa.
Do una notizia al Presidente:

Anche i poveri hanno la bocca sotto il naso come i ricchi e che serve anche per mangiare oltre che a parlare e respirare.
Sicuramente, qualcuno leggendo queste righe, e quanto seguirà, mi catalogherà tra i qualunquisti, sfascisti.
Non è colpa mia se una classe politica impresentabile non perde occasione per dire fregnacce e fare danni.
Sono giorni che qualsiasi politico di questa maggioranza in tutti i programmi di approfondimento dice:
“Basta pagare il reddito a chi passa la giornata sul divano”
Ma si rendono conto che offendono chi è povero e chi non ha un lavoro? E che il reddito ha tolto manovalanza al malaffare?
Se ci sono stati abusi è a causa di uno Stato che non ha controllato che qualcuno non facesse il furbo.
Tutti gli Stati Ue hanno, seppure in maniera eterogenea, introdotto misure di sostegno alle famiglie indigenti. Si tratta sempre di schemi di reddito minimo garantito e non di reddito di base. Insieme alla Grecia, l’Italia è stata l’ultima a introdurre questo genere di misure.
Per cui basta farci la morale, siete voi la politica la vera piaga sociale in questo Paese.
In Italia fare politica è diventata una professione, ci sono in molti che con giravolte, cambi di casacche sono 40 anni che sono in parlamento. Vi sembra normale?
Fare politica secondo me è mettersi al servizio della comunità per un tempo determinato, finito tale tempistica, che potrebbe avere la stessa durata del mandato che hanno i Sindaci, si torna a casa.
Il Presidente degli Stati Uniti può fare due mandati ovvero otto anni e poi torna a fare ciò che faceva prima, non viene nominato senatore a vita come avviene da noi.
Volete un motivo per arrabbiarvi un po’?
Quando un lavoratore viene eletto a una carica pubblica (parlamentare, parlamentare europeo, consigliere regionale o altre funzioni pubbliche elettive), ha diritto di non essere licenziato e di “sospendere” il rapporto di lavoro che aveva in essere prima dell’elezione.
E fi qua nulla da dire, più che giusto.
Ma…..Durante il periodo di aspettativa non retribuita, il dipendente eletto può chiedere la “contribuzione figurativa”. In parole povere, si “finge” che il lavoratore continui a pagare i contributi relativi al rapporto di lavoro che ha sospeso, per non peggiorare la situazione contributiva di un lavoratore che venga eletto.
Vi chiederete perché tale situazione viene considerata un privilegio?
Vado subito a spiegare…Diventano un “privilegio” se parliamo di chi è eletto a cariche pubbliche, per due motivi. Per prima cosa, possono avere una durata molto lunga: si pensi a un parlamentare o a un sindaco che resti in carica per vent’anni. E soprattutto, nel caso dei parlamentari e degli ex parlamentari, si sommano ai vitalizi.
Provate ad esempio voi a chiedere il riscatto degli anni universitari, vi presentano un conto da fare tremare i polsi.
Capite perché non vogliamo prendere lezioni da questa classe politica?
Noi cittadini normali, quando andiamo “tutti i giorni a lavorare” magari alzandoci alle cinque del mattino non abbiamo voglia né tempo per fare un selfie per comunicare che stiamo andando a lavorare.
Lo fa chi sta vivendo un momento magico con introiti e benefit che ti cambiano la vita, creando di fatto una vita parallela che è distante anni luce, rispetto ai comuni mortali che devono campare con stipendi da fame (sono i più bassi di tutta l’Europa) e che, per colpa di una classe politica inefficiente incapace, non hanno più una vita tranquilla e serena.

 Roberto Paolino

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